venerdì 25 dicembre 2009

Un paese straordinario.

È un paese straordinario, un paese in cui tante cose non sono come altrove. In questo Paese non si persegue chi viola la legge ma chi la osserva e la fa osservare (comandanti di nave che fermano clandestini, ispettori tramviari che richiedono il biglietto ai passeggeri, ecc.), non chi va a rubare in casa altrui ma chi si oppone, si considera razzista non chi gode di privilegi ma chi non vuole subire discriminazioni (in assegnazione di alloggi, prestazioni sanitarie gratuite, ecc.), si combatte la disoccupazione accogliendo nuovi disoccupati, si fa pagare le tasse solo a chi ha pagato abbastanza imposte (se non si denuncia abbastanza imponibile IRPEf non si pagano ticket sanitari, scolastici, ecc.: come far pagare il biglietto d'ingresso alle partite solo a chi ha l'abbonamento), giudice e accusatore sono "colleghi", se un giudice assolve un altro condanna e viceversa (se le possibilità di avere un giudizio giusto sono il 50%, tanto vale lanciare una monetina: costa molto meno), a Natale si scrivono a Gesù Bambino letterine piene di odio e di cattivi propositi, e tante altre cose così.
È davvero un paese fuori dall'ordinario, un paese straordinario
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mercoledì 23 dicembre 2009

Che c'è di strano?

Desta scalpore, è additata come un'infamia la notizia che due ragazzine senegalesi sono state fatte scendere dall'autobus perchè senza biglietto. Non so se l'ispettore abbia usato parole insultanti nei confronti delle due, ma se così non è che c'è di strano se si chiede anche agli stranieri di stare alle regole? Capisco che erano due ragazzine, che era notte, che erano lontano da casa ma anzichè indignarsi perchè un ispettore voleva far osservare le regole, perchè non ci si chiede come mai due ragazzine a quell'ora fossero lontane da casa pretendendo di viaggiare senza pagare biglietto e non ci si indigna contro quei genitori che l'hanno permesso. Se invece di senegalesi fossero state venete forse l'ispettore si sarebbe comportato diversamente o forse sarebbe stato giudicato diversamente; forse se le due ragazze avessero detto al conducente che per qualche accidente non avevano i soldi necessari anche l'ispettore sarebbe stato più tollerante, per una volta. Ma sembra che molti stranieri siano convinti che in Italia non solo esista il diritto d'asilo per taluni ma anche quello per tutti di viaggiare gratis sui mezzi pubblici e di godere altri benefici che non spettano agli italiani se non pagando tasse e imposte (gli onesti) o rischiando multe salate (i furbi). E le ragazzine si adeguano.

venerdì 18 dicembre 2009

*Ad personam *1001 croceristi


"Ad personam"

Quando mi occupavo di queste cose, oltre alla tariffa prevista per il livello salariale c'erano importi detti "ad personam" e "ad mansionem". Esemplificando: se per i lavoratori di 2° livello la paga era 100, ai lavoratori di 2° livello tessitori poteva spettare un importo "ad mansionem" di 5 e il tessitore Tizio poteva avere un ulteriore importo "ad personam" di 4; in totale 109 a Tizio, 105 agli altri. La differenza fra i due importi aggiuntivi era sostanziale: chiunque aveva diritto a 5 finché faceva il tessitore, ma solo Tizio aveva 4 perché era bravo o simpatico o richiesto e se li teneva anche se non faceva più il tessitore.
Mi sembra abbastanza strumentale parlare di leggi "ad personam" per leggi che riguardano invece la mansione, cioè chiunque svolga quella mansione e solo finché la svolge: si dovrebbe parlare di legge "ad mansionem" ed essere giudicata per quello che è, sia o no antipatico e odioso chi "pro tempore" la svolge.
È "ad personam" se riguarda Tizio perché è Tizio, è "ad mansionem" se invece lo riguarda perché è tessitore.

1001 croceristi.
Supponiamo che 1001 persone noleggino un nave da crociera riservandosi il diritto di scegliere il comandante. Democraticamente votano e 501 scelgono P mentre 500 avrebbero preferito B. Supponiamo che dopo un po' ci si avveda che P non è in grado di governare la nave, che si decida di rifare la scelta e che 550 persone scelgano B, unico altro a bordo abilitato a farlo.
B diviene il nuovo comandante, in pieno oceano e oceano tempestoso.
Supponiamo che uno dei passeggeri affermi che B - dieci anni prima - gli ha rubato il portafoglio: per tutti quei croceristi sarebbe bene o male decidere di lasciare B alla guida della nave e farlo processare solo una volta arrivati in porto?


giovedì 17 dicembre 2009

I ritardatari

Presto o tardi ci arriveranno. Sono occorsi più di settant'anni per accorgersi che il paradiso dei lavoratori era un'inferno, qualche anno e qualche cadavere innocente per accorgersi che i fratelli erano terroristi, il tempo che gli avversari politici ripetessero i loro errori per vedere che erano errori: hanno bisogno di tempo, di molto tempo ma alla fine ci arrivano. Non ammetteranno la loro responsabilità ma riconosceranno che comportarsi in un certo modo è sbagliato, specialmente quando a quel modo si comportano gli altri, quelli che sicuramente sbagliano. Ci vorrà del tempo ma alla fine capiranno che è meglio essere uniti per amore che per odio, che non è il caso di odiare qualcuno solo perchè è amato da altri ed ha fatto perdere una partita che sulla carta sembrava stravinta. Ci vorrà del tempo e poi si offenderanno se diranno che sono ex antiberlusconiani, come ora qualcuno ritiene offensivo essere detto comunista, magari dopo essere stato per anni dirigente di quel partito e non averne mai denunciato gli errori o gli orrori.
Già, se ne accogeranno: tardi ma se ne accorgeranno. E intanto? Intanto "calunniate, calunniate; qualcosa resterà" e forse troppo tardi capiranno che se si fomenta l'odio verso qualcuno, prima gli getteranno in faccia insulti, poi letame, poi un piccolo pesante appuntito duomo ma nemmeno questo potrebbe bastare e qualcuno penserà a qualcosa di più letale, ritenendosi nel giusto perché quella persona era stata avvertita e avrebbe dovuto non opporsi alla prepotenza e ritirarsi in buon ordine per evitare il peggio: e se è cocciuto ben gli sta.-
Devo avere uno strano concetto della democrazia: penso che ognuno possa esprimere il suo pensiero e permettere agli altri di esprimere il proprio; penso che se non si è capaci di convincere la gente delle proprie opinioni non sempre è perchè è troppo stupida per capirle; penso che non è detto che la maggioranza sia sempre nel giusto e che possa sbagliare, ma ha il diritto di farlo; penso che chi ha i capelli rossi non deve essere perseguitato ma nemmeno può imporre la sua volontà. C'è gente che è convinta di essere sempre nel giusto, di non sbagliare mai e per questo se sbaglia continuerà a sbagliare; gente che mai trova opinioni giuste diverse dalle proprie e, sicura di fare il bene di tutti, ritiene suo dovere imporle agli altri. C'è gente che pensa che più grida o insulta e più ha ragione, diritto di disprezzare gli altri e imporre il proprio pensiero. E c'è anche chi pensa solo al vantaggio che può trarne.
Tifavo Bartali, ma non odiavo Coppi, non mi auguravo che cadesse o scoppiasse; a scuola parteggiavo per i Troiani, ma non odiavo i Greci; speravo che la mia squadra vincesse, ma non odiavo le squadre avversarie. Si può essere accomunati dallo stesso amore o dallo stesso odio, ma non è la stessa cosa. Non si dovrebbe odiare il capo di un partito solo perchè non si riesce ad averne uno capace di contrastarlo onestamente. In mancanza di un leader da amare non resta che un nemico da odiare: se non c'è amore e forza resta odio e debolezza
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domenica 6 dicembre 2009

E ora?

E ora che 600 mila italiani (1%) hanno gridato in piazza che gli è antipatico, che lo odiano, che non lo sopportano e che deve andarsene a casa, B deve dimettersi.
Questa è democrazia! Questa è democrazia?


sabato 5 dicembre 2009

Tutti uguali?

A me non pare. Non mi pare che siamo davvero tutti uguali e non lo trovo scandaloso. Come persone, sì forse lo siamo anche se qualche distinzione viene fatta in ragione del sesso, dell'età, di situazioni particolari: un bimbo non viene condannato alla galera e una donna incinta o madre ha dei riguardi che mai spettano ad un uomo.
Ma un uomo quando indossa una divisa o mostra un distintivo non è lo stesso uomo che incontro fuori servizio in piazza o al bar. Se mi ferma un poliziotto e mi chiede la patente sono tenuto a mostrargliela, se invece me la chiede un tizio qualunque posso mandarlo a quel paese: se vi mando il poliziotto è oltraggio a pubblico ufficiale.
Siamo tutti uguali di fronte alla legge, ma il giudice che mi giudica non è per niente uguale a me, lui mi può condannare anche sbagliando mentre io al massimo posso ricorrere ad un altro giudice con le stesse prerogative. Alle manifestazioni, agli spettacoli pubblici e gratuiti capita che i posti migliori siano riservati alle "autorità", non mi piace ma riconosco che non sono un loro pari: siamo entrambi uomini, ma lui è il sindaco, il prefetto, il vescovo o non so cos'altro.
Mi pare evidente che se nudi siamo tutti umani, la carica che riveste qualcuno, la funzione che svolge lo rende diverso: non è la persona diversa, è la mansione che rende diversa qualsiasi persona la svolga. Non è che il privilegio spetti a Tizio a Caio a Sempronio, ma al Sindaco, al Prefetto, al Vescovo; quando torneranno ad essere Tizio e Caio (e Sempronio, se succede) saranno trattati come me e gli altri.
Per questo non trovo nulla di strano che si preveda un trattamento diseguale per il Presidente del Consiglio, non per Silvio Berlusconi ma per il Presidente del Consiglio chiunque esso sia; trovo invece strano che se questa eccezione debba essere prevista per legge costituzionale e non per legge ordinaria non lo si sia detto subito, senza ingannare e far perdere tempo a nessuno. Quando tornerà ad essere solo il signor Silvio Berlusconi sarà trattato come tutti gli altri, anche se è abituale l'uso di chiamare Presidente chiunque lo sia stato per una volta di qualcosa, magari una bocciofila. Non so se questa strano vezzo possa essere vietato per legge, magari costituzionale.


I siciliani

M'ero fatto l'idea che i siciliani fossero come le tre scimmiette: non vedo, non sento, non parlo; se gli fai una domanda muovono la testa come per dire sì, fanno schioccare la lingua e vogliono dirti no. Pensavo che così fossero i siciliani, i mafiosi siciliani specialmente, quelli che dicevano omertosi.
E invece ... hiii, quanto parlano; non la smettono mai. Il boss parla col picciotto e gli racconta per filo e per segno cosa fa e cosa pensa di questo e di quello, il picciotto parla con altro picciotto che gli racconta le confidenze che lo stesso o un altro boss ha fatto a lui. Peggio delle "barufe ciosote". In quell'ambiente che tutti dicono omertoso si parla eccome: il mercato del pesce a Venezia, un mortuorio al confronto.
E poi dopo avere fatto e commentato ammazzamenti et similia se finiscono la latitanza si danno al pentitismo: è il loro modo di andare in pensione dopo anni di duro lavoro e più hanno lavorato e migliore sarà il trattamento pensionistico, a spese del contribuente. E da bravi pensionati cominciano a raccontare dei bei tempi andati; magari non sarà tutto vero, magari infiorettano il racconto per far piacere ai nipotini, gli dicono quello che vogliono sentire e sarannno tutti felici e contenti; e dopo giorni e anni sempre lì a raccontare, a soddisfare la loro curiosità con racconti veri o di fantasia. Adorano i bambini.
E io che pensavo che i siciliani se gli facevi una domanda alzassero il mento schioccando un "cek" per dirti no.

giovedì 26 novembre 2009

Pentiti

Pare che un pentito - pronipote di un discendente di Bruto - affermi essergli noto che fra i congiurati che uccisero Giulio Cesare ci fosse un amico di un antenato del bisavolo di Berlusconi.
La Procura indaga.


Soluzione

Problema: trovare le risorse per ridurre imposte e tasse.
Soluzione: aumentare tasse e imposte.


sabato 14 novembre 2009

Per quel poco che capisco

Non me ne intendo, ma da quel che capisco i problemi della giustizia sono i seguenti.
Per gli antiberlusconiani: riuscire ad incastrare Berlusconi, impedirgli di governare, vendicarsi della delusione subita 15 anni fa e fargliela pagare.
Per i berlusconiani: impedire agli antiberlusconiani di raggiungere il loro scopo.
Per i magistrati: mantenere lo staus quo, cioè privilegi e stipendi, orari di lavoro e giornate di ferie, libertà di scelta delle priorità preferendo casi lontani nel tempo o nello spazio e con rilevanza mediatica o politica, irresponsabilità per colpevoli errori, promiscuità tra accusatori e giudici, carriera garantita, ecc. sempre imputando ogni carenza alla scarsità di mezzi e di denaro, alle leggi e a chi le fa, a qualsiasi altra cosa o persona esclusi loro stessi.
Per i comuni cittadini: avere leggi chiare, giudizi equi e rapidi, pene certe. Ma non hanno voce in capitolo.


lunedì 26 ottobre 2009

Giusto orgoglio

Ne sono orgogliosi e a ragione: in Italia - dicono - sono dieci milioni, ma faranno proseliti e diventeranno 20, 30, 40 milioni. Quando finalmente vi saranno solo famiglie di sodomiti o lesbiche l'Italia sarà un paese gaio e felice, con padri madri figli e nipoti rigorosamente dello stesso sesso. Se per uno strano scherzo della natura questo non avvenisse, nessun problema: arriveranno milioni di stranieri a fare il lavoro che gli italiani non vogliono più fare.

sabato 24 ottobre 2009

Bianco e Nero

Ci prendono per tonti? Come sempre vale la politica "dei due pesi e due misure": una cosa è sbagliata se fatta da loro, è giusta se fatta da noi.
Come fanno a pensare che non si veda l'assoluta analogia tra i casi Berlusconi e Marrazzo, veri o falsi che siano? Se si grida allo scandalo per certe frequentazioni del primo non si può tacere su quelle del secondo, o viceversa; se si parla solo del ricattato nel primo caso non si può parlare solo del ricattatore nel secondo, e vicevrsa.
Tutte queste storie mi disgustano, questa "escalation" (termine improprio, visto che si scende sempre più in basso) non mi piace, ma mi piace ancor meno l'assoluta mancanza di coerenza, di obiettività, di imparzialità di giudizio, non mi piace l'arroganza di ritenersi senza peccato e scagliare la pietra, di distinguere il bene dal male in base a preconcetti e all'appartenza politica, di volere infangare senza essere infangati, di vedere da una parte tutto bianco e dall'altra tutto nero.
A frugare nel letame ci si sporca e si puzza. Forse è bene che il marcio venga alla luce se serve a liberarcene, ma - per carità - si finisca di predicar bene e razzolar male e il bue la smetta di dare del cornuto all'asino: cose poco probabili, se ho potuto citare proverbi vecchi come il cucco.


lunedì 19 ottobre 2009

Sempre più giù

Certa politica scende sempre più in basso: prima era al livello della testa e parlava di idee, poi è scesa al livello dell'inguine ed ha parlato di sesso, ora è scesa a livello dei piedi e parla di calzini, finirà sotto le scarpe e parlerà ... di escrementi canini.

giovedì 15 ottobre 2009

Antinomie

Non sono più i tempi in cui uno nasceva comunista e moriva comunista, nasceva democristiano e moriva democristiano. Non solo perché i partiti cambiano nome ad ogni elezione, ma perché pare tramontata l'idea di coerenza, ideologica e non.
Sembra del tutto normale manifestare per la libertà d'informazione e negare ad altri il diritto di esprimere dissenso sui motivi della manifestazioni, insultare Napolitano e insorgere se si pensa che altri lo facciano, proclamare la parità dei cittadini e volere prerogative per minoranze, essere antirazzisti e antiebrei, pretendere libertà di comportamento e condannare i comportamenti altrui, querelare chiunque e gridare allo scandalo se altri lo fanno, insultare e non voler essere insultati, indignarsi per il monopolio altrui e difendere il proprio, essere contrari alla religione e volere le moschee, etc.etc.



giovedì 8 ottobre 2009

Tutti eguali

Giustamente la Corte Costituzionale ha confermato che nel nostro Paese tutti devono essere eguali di fronte alla Legge: tutti devono presentarsi davanti ai giudici nel tempo che questi ritengono opportuno (subito o dopo 20 anni), tutti devono rispondere e pagare per i loro errori. Ovviamente eccetto i giudici, che per definizione devono essere "super partes" e quindi al di sopra di tutti. Possono sbagliare - per questo ci sono più gradi di giudizio - ma l'infallibilità cresce naturalmente con l'età.

mercoledì 7 ottobre 2009

Grafica

Il signor Luca Cordero di Montezemolo ha presentato la nuova fondazione "Italia Futura". Non entro nel merito delle finalità di questo nuovo soggetto; quello che mi ha colpito è il suo simbolo: sullo sfondo rosso una grande "i" con in alto a destra una piccola "f". Vista un po' da lontano la grafica mi ricorda qualcosa di un tempo andato: il fascio littorio.

lunedì 5 ottobre 2009

Perché no?

Perché se non ho inibizioni morali a rubare, perché mai non dovrei farlo? Se mi va bene arraffo qualsiasi cosa possa vendere e magari mi compro la droga. Rubare droga è pericoloso, non hanno tanti scrupoli ad infliggermi una pena immediata e se ne infischiano che la nostra Costituzione vieti la pena di morte. Rubare ai molto ricchi può essere pericoloso perché hanno sofisticati sistemi antifurto, guardie armate e cani feroci. Ma se scelgo bene la mia vittima, una persona abbastanza ricca che vive in zona isolata o colta di sorpresa in negozio o officina, non rischio praticamente niente. Mal che vada e la polizia mi arresta è quasi certo che non dovrò scontare alcuna pena: le carceri sono piene e i giudici hanno cose più gratificanti cui dedicarsi; se poi sono un immigrato clandestino mi ingiungono di tornarmene al mio paese (se lo sanno), io resto, magari cambio nome e torno a dedicarmi al mio lavoro abituale, a rubare. Potrebbe andarmi peggio se la vittima che credo indifesa fosse invece armata, ma so di essere protetto dalla legge: se tenta di impedirmi di fare il mio lavoro di sicuro dovrà perdere tempo e denaro in tribunale e rischia di beccarsi e fare qualche tempo di prigione. Lui è a casa sua e non scappa mentre io sono sempre disposto e libero di andare altrove. In parole povere lui rischia molto più di me e se ha un po' di cervello mi lascia lavorare in pace e tornerà a sgobbare per rifarsi di quello che ha perso. Se mi va di rubare, perché no?

domenica 4 ottobre 2009

Giornalisti

Quando ho potuto controllare, spesso ho constatato che i giornalisti sono quantomeno inesatti, forse di più i telegiornalisti: scripta manent, anche se i giornali durano un giorno e i telegiornali si possono memorizzare.
Se dicono "Gattinara, in provincia di Vicenza" dubito anche dell'esattezza delle altre notizie: per essere credibili i giornalisti non dovrebbero confondere la sigla di Vercelli (VC) con quella di Vicenza (VI) e affermare tante altre cose che so inesatte o false. Finché solo una minoranza può rilevare inesattezze o falsità, probabilmente non si fanno scrupolo di elargirle alla maggioranza.
Diffido in genere dei giornalisti ma considero del tutto non credibili quelli faziosi che forniscano scientemente notizie false.
Ora manifestano per dire che da noi non c'è libertà di informazione: se la notizia fosse vera, se veramente il regime perseguitasse i giornalisti, se l'Italia fosse come un qualsiasi paese comunista passato o presente allora i giornalisti non sarebbero in piazza a protestare liberamente ma in un qualche manicomio, prigione, Siberia, cimitero o - se particolarmente fortunati - esuli in qualche paese straniero. Così non è e per me hanno perso ogni credibilità.
Diranno che manifestano - finché sono in tempo - perché questo non avvenga, che ci sono segnali che il regime sta andando per quella via: sarò uno stolto, ma non li vedo.
Io credo che libertà d'informazione significhi poter dire quello che si vuole - eccetto offendere il prossimo - senza subire danni; pare invece sia inteso nel senso di potere offendere chiunque pretendendo anche lauti compensi, anche dall'offeso: Santoro insegna, offende metà degli italiani ben pagato col loro canone (quelli che non lo pagano pare tifino per lui).
Credo che libertà d'informazione sia disporre di più fonti, di pareri e contropareri; ma questo c'è già e forse quello che vogliono è libertà assoluta, compresa quella di impedire agli altri di dire la loro.
Scende in piazza a protestare chi scrive sui giornali, chi se si trova disoccupato o ambisce a maggiori guadagni fonda un giornale e chiede la sovvenzione pubblica, chi dice liberamente la sua alla Rai o a Mediaset o in uno dei mille altri canali TV, chi scrive, parla o si fa vedere nel Web, chi incide dischi o scrive libri, chi qualsiasi cosa abbia o non abbia da dire la dice, la scrive, la canta, la mostra. E protestano tutti quei capipolo che si arricchiscono "per il bene dei miseri".
Pare che la cosa più grave, quella che ha fatto gridare allo scandalo, al delitto di lesa maestà repubblicana, all'emergenza sia stata la decisione del Presidente del Consiglio di ricorrere alla magistratura contro una lunga, noiosa, petulante, insistente, insinuante e forse diffamatoria richiesta di risposte da parte di un giornale e non so cosa di un altro.
Lo hanno sempre accusato di volere evitare la Giustizia ora lo accusano di appellarsi alla Giustizia, hanno sempre detto di avere fiducia nella Magistratura ora considerano un attentato alla libertà averla: come posso ritenerli credibili?
Abituati a un Berlusconi che - al contrario di D'Alema e altri - non rispondeva con querele si sono scandalizzati quando l'ha fatto: ma anche la pazienza di Giobbe avrà avuto un limite.


sabato 3 ottobre 2009

Autunno

Con l'autunno torna il tempo triste e Michele Santoro al giovedì. Il venerdì leggerò quanto è stato bravo, quanto ha detto o non ha detto, quanti milioni di persone hanno guardato la sua trasmissione. Devo accontentarmi di quello che scrivono i vari giornali perché mi è fisicamente insopportabile guardarla: non ci riesco. L'ultima volta che ho visto per intero un programma di quel personaggio è stato ai tempi di Samarcanda, ma dicono che da allora le cose non siano cambiate molto se non in peggio.
Ogni tanto, negli intervalli pubblicitari, tento di superare la mia idiosincrasia, ma quando mi appare il Martire con la sua arroganza, la sua supponenza,la sua faccia, la sua insolenza, la sua posa da pensatore (mano al mento), la sua faziosità non posso evitare di riusare subito il telecomando.
Forse non so quello che mi perdo, o forse sì.


giovedì 24 settembre 2009

Non capisco.

Sarà perchè sono stupido, ma non capisco.
  1. Non capisco perché se D'Alema o Fini o chiedono risarcimenti per quanto pubblicato dai giornali esercitano una sacrosanta tutela dei loro diritti mentre se lo fa Berlusconi è un attentato alla libertà di stampa.
  2. Non capisco perché dicano "un'amalgama mal riuscita" e "la PDL".
  3. Non capisco perché si dica che uno ruba tempo ai suoi doveri se per qualche notte si fa gli affari suoi mentre non lo perde se ogni giorno deve preoccuparsi di giudici e avvocati.
  4. Non capisco perché se Vespa una volta tanto va in onda in un'ora decente fa scandalo mentre è normale che Santoro e Floris lo facciano sempre.
  5. Non capisco perché il venditore che non emette scontrino sia un reprobo se italiano figlio di italiani mentre è un onesto lavoratore se é un immigrato clandestino.
  6. Non capisco perché se uno s'intromette in casa mia possa maltrattarmi e andarsene impunemente con la mia roba mentre se mi difendo o cerco di impedirlo finisco in galera.
  7. Non capisco perché protestano perché non vengono accolti tutti quelli che fuggono da paesi illiberali e non contro i governi di quei paesi, spesso amici ideologici. E se tutti i cinesi scappano dal loro paese, dove li mettiamo?
  8. Non capisco chi dice di condannare l'immigrazione clandestina e poi vorrebbe frontiere aperte e che nessuno fosse considerato immigrato clandestino, irregolare o illegale.
  9. Non capisco chi difende l'unità d'Italia ma la vuole senza frontiere, vuole il rispetto della legalità ma ne accetta la violazione da parte delle donne in burqa, di immigrati che arrivano in Italia violando norme e procedure, che lavorano in nero o per la criminalità.
  10. Non capisco chi accusa gli altri di razzismo solo perché non appartengono alla sua "razza": non è razzista chi dice che al Nord sono tutti tutti razzisti?
  11. Non capisco i giornalisti che appena vengono licenziati fanno un nuovo giornale e poi scrivono che non c'è libertà di stampa, si lamentano delle poche copie vendute (come se una persona normale potesse comprare e leggere tutti i giornali esistenti in Italia), vanno in TV a dire che "sì, i giornali ci sono ma l'opinione la fa la TV".
  12. Non capisco quelli che da quindici anni un giorno sì e l'altro pure vanno in TV a dire che Berlusconi vince perché ha le TV senza spiegare perché riesca anche a perdere.
  13. Non capisco perché da oltre un anno vadano dicendo che loro avevano tolto l'ICI ai poveri e Berlusconi l'ha tolta ai ricchi (ho chiesto molte volte, ma non ho avuto risposta).
  14. Non capisco perché chi non è disposto ad accettare le leggi italiane, che non vuole integrarsi con gli italiani e ammazza le figlie che lo fanno non se ne sta al suo paese.
  15. Non capisco chi non vuole il presepe di Natale nelle scuole ma accetta le prostrazioni del ramadam nelle strade.
  16. Non capisco perché debbano essere anteposti i diritti di chi non si ritiene soggetto a doveri, non ha mai pagato imposte e contribuito al bene del paese (o lo fa da poco) a quelli di chi lo ha fatto da decenni e prima di lui suo padre e suo nonno.
  17. Non capisco perché se non la penso come loro, se non comprendo che hanno ragione e che sono bravissimi devo ritenere che non è perche loro non si spiegano ma perchè io - come la maggioranza degli italiani - sono uno stupido che non capisce niente.
  18. Sarà anche vero, ma non mi piace sentirmelo dire.

mercoledì 9 settembre 2009

Informazione e meteo

Sento dire "Piove su tutta l'Italia", guardo fuori e vedo splendere il sole; sento dire "in Italia non c'è libertà di stampa", guardo nelle edicole e vedo giornali che scrivono peste e corna di questo e di quello, di Tizio e del suo avversario politico, del governo e dell'opposizione ognuno come più gli aggrada. Siccome sono certo di essere in Italia, penso che mi contino balle.
Ma dicono che mi sbaglio, che non è come credo, che sono suggestionato dalla TV, che un Tale fa dire a tutte le TV e scrivere su tutta la stampa solo quello che vuole.
Dunque ha in mano tutti mezzi d'informazione; direttamente o tramite suo fratello o il suo amico Carlo o i comuni cittadini che pagano il canone RAI stipendia tutti quelli che la fanno: chi lo elogia per essere elogiato e chi lo insulta per poter dire di essere insultato e passare per vittima, pochi per dirne bene (ma ci pensa anche lui stesso) e molti per dirne male. Più è incredibile l'insulto e più sono bravi perchè alla fin fine più acqua portano al suo mulino. Fra i più meritevoli dev'esserci quel Dario, sempre prontissimo a condannare qualsiasi cosa il Tale dica o faccia, ma in un modo da indurre molti all'incredulità.


giovedì 27 agosto 2009

150 anni

Se ne fa un gran parlare: nel 2011 sarà il 150° anniversario dell'Unità d' Italia. Mi pare ieri che si celebrava il 100°, era il 1961. Per rinfrescarmi la memoria ho cercato in Wikipedia.

1861

Giugno - Viene introdotta in Italia la coscrizione militare obbligatoria. La durata del servizio di leva viene fissata inizialmente a sei anni. Successivamente verrà ridotta a cinque, poi a due o tre.
Nel 100° anniversario stavo facendo i miei 18 mesi di naja, nel 150° nessuno è obbligato a fare il militare.

17 marzo - Apertura dei lavori del neonato Parlamento italiano. Vittorio Emanuele II di Savoia assume il titolo di re d'Italia.
Penso sia questo che si vuole commemorare.

Lo Stato indipendente ed unitario, nato nel 1861 come Regno d'Italia sotto la dinastia di casa Savoia, aveva un'estensione territoriale che non comprendeva ancora Roma e gran parte dell'attuale Lazio, che formavano lo Stato Pontificio (incorporato il 20 settembre 1870), il Veneto e il Friuli che erano parte dell'Impero d'Austria (acquisiti nel 1866), la Venezia Giulia ed il Trentino-Alto Adige anch'essi sotto dominio asburgico (annessi a seguito della prima guerra mondiale); ha assunto l'attuale forma repubblicana il 18 giugno 1946 a seguito del risultato del referendum del 2 giugno indetto per stabilire la forma istituzionale dello Stato dopo la fine della seconda guerra mondiale. Successivamente, l'Assemblea costituente eletta lo stesso giorno del referendum elaborò la Costituzione che, entrata in vigore il 1º gennaio 1948, dà alla Repubblica un carattere parlamentare.

In realtà i 150 anni dell'unità, cioè di appartenenza allo Stato italiano, cadono nel 2016 per il Veneto e Friuli, nel 2020 per l'ex Stato Pontificio, nel 2068 per Venezia Giulia, Trentino, mentre l' Alto Adige più che l'unione all'Italia ricorderà la separazione dall'Autria.

Può anche essere che tutti gli Italiani siano più che entusiasti di questa unità, che il Veneto voglia festeggiare con cinque anni di anticipo, dimentico che il triste bicentenario della fine della Repubblica Veneta fu solennizzato dallo Stato Italiano con dure condanne di coloro che volevano commemorarlo, magari esagerando ma con minor danno altrui e maggiore proprio di chi blocca ferrovie e autostrade o occupa Venezia per commerci illegali, travolgendo all'occorenza passanti e turisti, donne e bambini.


domenica 23 agosto 2009

Qualcuno mi spieghi

Ancora una volta - Federico Orlando, Prima pagina, Rai 3 - sento dire che "Prodi aveva tolto l'ICI ai poveri e Berlusconi l'ha tolta ai ricchi" e ancora una volta mi chiedo se sono io che non capisco niente, se mi prendono in giro o se sono ricco a mia insaputa.
Vivo in un paese piemontese, in un appartamento acquistato con mutuo, nuovo, 35 anni fa: rendita catastale 862 euro, imponibile 90510, ICI lorda era 407 euro, netta 277. Se non capisco male, con la "legge Prodi" dovrei pagare 277-(90510*1,33/1000) = 157 euro, con la "Legge Berlusconi" niente: risparmio 157 euro.
Siccome dicono che Berlusconi ha favorito i ricchi e io sono stato favorito, dovrei considerarmi ricco: infatti godo di una pensione di 450 euro mensili.
Ripeto la domanda sperando che il primo che insiste con questa solfa mi dia una risposta: non so fare i conti, sono ricco o mi prendete per i fondelli? Grazie.


venerdì 21 agosto 2009

Coincidenze

Don Bizzotto digiuna
«Il Comune è con lui»
(il Giornale di Vicenza)

Oggi per 38 mila musulmani
inizia il mese di “Ramadan”
(il Giornale di Vicenza)

E' una coincidenza o Don Bizzotto si è fatto musulmano?

mercoledì 12 agosto 2009

Illegalità diffusa

Sono in molti a condannare "l'illegalità diffusa". Solo che sembra talmente diffusa che ognuno può scegliere cosa condannare e cosa accettare a seconda del partito di appartenenza, di convinzioni personali, di opportunismo.
C'è chi condanna gli evasori fiscali ma difende i venditori abusivi stanziali o di passo (e viceversa), chi vuole che gli immigrati seguano le procedure senza fare i furbi ma non aspetta il suo turno nelle code (e vicevera), chi se la prende se uno strombazza ma lui getta dove capita cicche carta gomma masticata (e viceversa), chi non sopporta quelli che posteggiano in doppia fila ma non rispetta mai i limiti di velocità (e vceversa). C'è chi deplora coloro che beneficiano di scuole, ospedali, asili pagando meno tasse del dovuto ma pretende che ne beneficino liberamente coloro che non risultano all'anagrafe civile e tributaria. C'è chi mette limiti di velocità o semafori assurdi sapendo che non potranno essere rispettati e potrà incassare multe, chi emana norme che non farà rispettare convincendo molti a non rispettarle, c'é chi tassa i cittadini e spreca il denaro che riceve.
E c'è anche chi non rispetta nessuna norma e non condanna l'illegalità diffusa, ci vive dentro come pesce nell'acqua felice che si limitino a condannarla senza eliminarla.
Quello che più mi sconcerta è il risultato deludente di tutto il costoso apparatato di legislatori, amministratori, giudici, guardie che vanificano gli uni il lavoro degli altri: fatta la legge trovato il giudice che sa come non applicarla, fissati i termini (abbondanti) di carcerazione preventiva trovato il modo per farli scadere, arrestato qualcuno in flagranza trovata la scusa per lasciarlo libero. E i pochi o tanti che le tasse le pagano hanno l'impressione che i loro soldi siano buttati via.
Se qualcuno viene sorpreso in casa, il proprietario non deve pensare che è li per derubarlo, ma in visita di cortesia; se invece lo sorprende che sta rubando può chiedergli gentilmente di uscire, se se ne va senza portar via niente bene altrimenti pazienza: mica gli si può imporre con le cattive di lasciare il maltolto, si rischia che questo si rifiuti e fargli del male e finire in galera senza se e senza ma. Ma il più delle volte questo non succede; l'iniziativa la prende l'intruso che con le buone o le cattive si fa dare quello che gli spetta: per mal che vada se non è un delinquente indigeno gli daranno un foglio di espulsione che ha l'unico difetto di essere troppo ruvido per l'uso che ne farà. Spero avere un po' esagerato, spero.


sabato 8 agosto 2009

Figli di un dio minore

Leggo su il Gazzettino
"... nascosti nei camion o nelle stive delle navi, vengono trovati dei ragazzini che pur di arrivare in Italia si sono sorbiti viaggi disumani......Posto che la permanenza media di questi ragazzi nelle strutture sarà di due anni (c’è chi ha 17 anni e tra poco diventerà maggiorenne e quindi uscirà a breve, ma c’è anche chi ha 14 anni e in istituto ci dovrà restare un bel po’), sono stati fatti due conti: 100 euro di media al giorno la spesa per il mantenimento di ogni ragazzino,...."
Ho fatto anch'io due conti: 100 euro x 30 giorni x 3 figli = 9000, senza contare me e mia moglie.
Io l'equivalente di 9000 euro mensili non li ho mai percepiti; al netto delle imposte - che lo Stato fa pagare anche per mantenere chi arriva chissà da dove - mi ritenevo fortunato se me ne restavanoo 1500.
Va bene la solidarietà, peccato che non possa goderne anch'io.
Dalle mie parti dicevano "tratà come fio'i de'a serva", trattati come figli della serva.


-------9-8-09-------------
Forse qualche parlamentare - di quelli che difendono le fasce più deboli - dirà che sono razzista: e pensare che credevo lo fosse chi discrimina, non chi è discriminato. Confrontando la spesa con il suo stipendio la riterrà congrua, confrontandola con il mio mi chiedo se ho fatto patire la fame ai miei figli, se quei ragazzi sono mantenuti a caviale e champagne (per le spese fisse c'è economia di scala), o se qualcuno ci lucra sopra.

giovedì 6 agosto 2009

Uomini e donne

Ho un problema di coscienza: è più accettabile un Silvio che non dice di andare con le donne o un Niki che dice di andare con gli uomini?

Ahi, la Lega!

Insiste la Lega nel dire che il Nord versa allo Stato molto più di quanto riceva: non è vero, anche al Nord ci sono cinque regioni che ricevono più di quanto diano.
Più o meno questo un giornalista alla TV diceva ed a testimonianza del suo dire prese un libretto e lesse: Umbria, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Valle d'Aosta, Liguria.
Sarà sicuramente vero, ma una di quelle non è nel Nord e tre sono Regioni autonome che il resto del Nord considera estranee ai suoi problemi e sfacciatamente favorite.
Ma anche se - esclusa l'Umbria - le altre vanno compreso nel Nord che chiede più soldi (suoi), si tratta in tutto di 4,2 milioni di abitanti mentre Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna ne contano 23,7.
Nel Nord quindi solo il 15% della popolazione riceve più di quanto dia, il 6% se si escludono le Regioni Autonome, chè potrà un po'diminuire ma non annullare l'eccedenza del dato sull'avuto del Nord considerato nel suo insieme.
È ovvio che per pareggiare i conti se qualcuno da meno di quanto riceva qualcun altro deve ricevere meno di quanto dia, ma sarebbe bene non esagerare, non considerlo un fatto irreversibile e non dire delle statitistiche solo quello che fa comodo: una mezza verità non è la verità.


venerdì 31 luglio 2009

Ronde civili

Se l'idea fosse venuta a loro sarebbe la più bella invenzione del secolo, un fantastico modo democratico di contribuire alla tranquillità dei cittadini, al civile convivere della gente. Ma se l'idea viene ad altri non cercano - per tema di trovarli - gli aspetti positivi, ma inventano o ingigantiscono gli aspetti negativi. Nei cortei sindacali o di partito c'era il cosiddetto "servizio d'ordine" e non ricordo lamentele o pretese che tale servizio spettasse unicamente alle "forze dell'ordine": ma quello l'avevano pensato loro, ed era cosa buona. D'altro canto sbraitano che la sicurezza è compito esclusivo dello stato, protestano se militari con altri militari (carabinieri) pattugliano le strade, reclamano più forze dell'ordine, denunciano l'esagerato numero di addetti alle forze dell'ordine, non vogliono che civili aiutino poliziotti, carabinieri, eccetera nella lotta alla criminalità, condannano l'omertà e la connivenza mafiosa della gente: insomma protestano contro tutto e il contrario di tutto. Non hanno idee se non quella di considerare sbagliate tutte le idee altrui. A dire il vero, in merito alle "ronde" magari l'idea della loro utilità l'avevano, l'hanno avuta alcuni loro sindaci. Ma siccome le statistiche dicevano che molta criminalità era dovuta agli stranieri, non potevano proporre qualcosa che contraddicesse il loro "venite, venite che ce n'è bisogno, più siete meglio è", come se non bastasse la criminalità indigena. Oppure realmente per loro il problema non esiste, vivendo in quartieri a basso rischio e con poliziotti tolti alla sicurezza di tutti per la loro sicurezza personale.
Così la cosa è sbagliata, se i mali "previsti" non arrivano si provocano e quando torneranno al governo l'elimineranno: niente è sempre meglio di qualcosa.
Ma forse dovranno aspettare a lungo e durare poco, come in passato.


Due modi

Una famiglia ha due modi per far quadrare il bilancio: spendere secondo quello che guadagna o guadagnare secondo quello che spende. Quello che vale per la famiglia vale anche per lo Stato: se però spende più di quello che incassa raramente pensa a ridurre le uscite ma trova più comodo aumentare le entrate, non producendo di più ma tassando di più.
Ma ci sono anche famiglie cui non interessa far quadrare i conti, spendono più di quanto guadagnino e poi .. qualche santo provvederà. Così si sono comportati i governi italiani in passato, generosi con tutti, pronti a soddisfare tutte le richieste indebitandosi, incassando consensi e lasciando ai posteri i problemi.
Ma anche nelle migliori famiglie può esserci un figliol prodigo, che finché se chiede gli viene dato spende e spande senza preoccuparsi del fratello che sgobba e magari criticandolo perché non gli dà sempre più denaro, non sgobba e non si sacrifica abbastanza per consentirgli la dolce vita. Tuttavia anche l'amore fraterno più disinteressato può finire, magari dopo sessant'anni. Non più foraggiato, il figliol prodigo tornerà alla casa del padre, ci sarà grande festa ma poi dovrà cominciare a lavorare o almeno a non sprecare i soldi fraterni.
Se qualcuno pensa all'Italia e alle sue regioni, non sbaglia.


mercoledì 29 luglio 2009

Dubbi

Antico - È nato prima l'uovo o la gallina?

Fisco - In italia il fisco è rapace perchè ci sono molti evasori o ci sono molti evasori perchè il fisco è rapace?

Mezzogiorno - Nel meridione d'Italia non c'è sviluppo perchè c'è la criminalità o c'è la criminalità perchè non c'è sviluppo?

Democratici - Nel Partito democratico sono rissosi perché perdono voti o perdono voti perché sono rissosi?

Sigle - DP (Di Pietro) è un dp (dirigente politico) alleato del Pd (Partito Democratico), contro il Pd o semplicemente pd (per denaro)?

giovedì 16 luglio 2009

Sono preoccupato.

Sono preoccupato.
Ho un bimbo piccolo che lascia tutti i suoi giocattoli in giro per la casa: automobiline, biglie, Lego e tanti altri oggetti.
Non tutte le sere provvediamo a rimetterli o a farli mettere negli scatoloni o in quei contenitori di plastica con rotelle e sistemarli per bene.
Noi ci siamo abituati, siamo allenati a schivare i pericoli e se una sera siamo troppo stanchi e lasciamo la casa come l'ha ridotta il bimbo, pazienza, sapremo cavarcela.
Ma se quella notte entra un ladro in casa nostra, mette un piede in una delle biglie o inciampa in qualche altro oggetto, cade, sbatte la testa, si fa male, chiamiamo il 118, lo ricoverano in prognosi riservata, rischiamo di essere processati e condannati per avere provocato danni ad una persona che non stava facendo altro che il suo lavoro e chiederà giustizia. E se è uno straniero potremmo anche essere condannati per razzismo.

Sono preoccupato.

sabato 27 giugno 2009

Non mi piace

Non mi piace, ma non mi sorprende. Dopo Repubblica che ripubblica per settimane subdole domande e articoli tesi a infangare ecco il Giornale che fa altrettanto.
A palle di neve si risponde con palle di neve, ma a palate di letame non meraviglia se si risponde con palate di letame, insozzando avversari e spettatori.
E non mi meraviglia se, al solito, quando il letame colpisce chi per primo l'ha usato questi trova la cosa oltremodo indecente. Una certa supponenza fa apparire bella e buona qualsiasi cosa si faccia fino a quando anche gli altri la fanno: allora diventa spregevole e cattiva. Magari si ammette di avere forse sbagliato - errare è umano - ma è diabolico da parte di altri ripetere quel nostro errore: è già successo.



venerdì 19 giugno 2009

Fatta la legge

"Fatta la legge, trovato l'inganno". Non intendo entrare nel merito della questione; non metterei la mano sul fuoco sostenendo che la persona oggetto delle accuse, insinuazioni, pettegolezzi (gossip) è innocente, ma non la metterei nemmeno per dire che è innocente e veritiero chi accusa, insinua, spettegola.
Mi pare tuttavia di capire che se la "legge Alfano" impedisce di eliminare
ora e subito l'avversario politico per via giudiziaria, si cerca di ottenere lo stesso risultato per altre vie, non previste e vietate da quella legge.
Dove non possono PM, possono MP (Media Pettegoli): bene o male, vero o falso, giusto o sbagliato che sia.

Non sempre è bene

Stupro dopo la discoteca a Milano. Preso un clandestino già espulso
Leggo questo titolo e amaramente penso quanto siano frequenti i casi di persone che teoricamente dovrebbero essere nell'impossibilità di commettere reati e invece tornano a commetterli.
Una persona perbene rispetta gli altri, si sente in dovere di "non fare agli altri quello che non vorrebbe fosse fatto a se stesso", rispetta le norme per rispetto ai concittadini che le hanno volute e democraticamente ottenute. Chi invece non si sente moralmente tenuto al rispetto di queste norme le osserva solo se non può farne a meno, se vi è obbligato, se l'inosservanza può causargli più male che bene.
Se vado di nascosto in un paese straniero violandone le regole, senza remore morali continuerò a non rispettarle: non le riconosco, le sento estranee, non le rispetto, se non vi sono obbligato, e me ne faccio beffe.
Se fare una cosa comporta sicura espulsione, non la faccio; se le probabilità che mi scoprano sono una su dieci, la faccio; se sono 1 su due, ci penso; ma se so che il massimo che rischio è avere un foglio di espulsione e restarmene, la faccio e mi diverto anche. Il foglio ricevuto posso buttarlo o farne raccolta, a gara con i miei compatrioti o a testimonianza di quanto sia divertente prendere in giro gli abitanti di quel paese, avere cento ingiunzioni con cento nomi diversi e farmene un baffo.
Malissimo che possa andare, vado al mio paese, visito parenti e amici, racconto le mie bravate e torno nel paese straniero, clandestinamente e pronto a fornire un altro nome se mi capitasse di essere scoperto.
Analogalmente se, per qualsiasi reato io commetta, ho buone probabilità di:
non essere arrestato;
se arrestato, essere libero di circolare in attesa del processo;
se libero di circolare, non essere processato in tempo;
se processato in tempo, essere condannato a pena mite;
se condannato, uscire anzitempo dal carcere;
se in pratica ho buone probabilità di farla franca o quasi, nulla mi impedisce di fare quello che più mi aggrada.
Non sempre è così, può anche capitare che chi non commette alcun reato vada in carcere e vi rimanga per lunghissimo tempo, innocente in attesa di giudizio.
Periodicamente poi le carceri "scoppiano". La cosa non può meravigliare se permettiamo a chiunque di venire da noi e molti delinquenti sono attratti dalle possibilità loro concesse: se non finiscono in carcere, continuano a delinquere.

Dicono che l'immigrazione è un bene per il Paese. Anche la pioggia è un bene per il Paese, ma non quando è troppa o quando diventa grandine.

venerdì 5 giugno 2009

Due domande

In merito alle famose dieci domande fatte da 'Repubblica' mi chiedo cosa direi se, con altri nomi, mi fossero poste le domande 1, 2, 3, 5, 6, 7 e cosa risponderei alle domande 4, 8,9, 10 se mi trovassi nelle situazioni in esse citate: quasi di sicuro manderei cortesemente a farsi benedire chi insistesse per avere le riposte, col quasi riferito solo a cortesemente.
Mi piacerebbe anche conoscere perchè, a qual fine, per quale motivo, a quale scopo sono state fatte le domande 1,2,3,4,5,6,7,8,9,10 e, mutatis mutandis, cosa risponderebbe il signor D'Avanzo alle stesse domande: forse non lo saprò mai.




giovedì 4 giugno 2009

Specchi

A volte ho l'impressione siano come specchi su pareti opposte che si rimanano l'immagine l'un l'altro moltiplicandola all'infinito.
Se un giornale italiano scrive bene di un personaggio italiano di solito finisce lì, ma se ne scrive male qualche corrispondente straniero riprende la notizia, vedendovi una conferma di quello che pensa o vuole pensare degli italiani in genere e di quel personaggio in particolare o che la gente del suo paese vuole leggere.
Detta da un giornale straniero - per definizione sempre autorevole - la notizia assume maggior valore e viene riproposta dai giornali italiani, divenendo così argomento per altri giornali stranieri che saranno citati da altri giornali italiani.
E una notizia di poco conto diventa un affare internazionale, una melma dove in molti possono razzolare, tanto più se riguarda un personaggio anomalo o eccezionale che dir si voglia.


martedì 2 giugno 2009

Mi hai convinto

Caro Franceschini mi hai convinto. Da quando sei alla guida del PD - PciDc senza comunisti, italiani e cristiani - ti vedo ogni giorno, ogni giorno sento in TV il tuo torrentizio parlare, il tuo svelto argomentare su tutto, teso a un chiaro nobile obiettivo. Ti ascolto con attenzione e mi hai convinto: mi hai convinto a votare per i tuoi avversari.

domenica 31 maggio 2009

E se capitasse ...

E se capitasse che - vieni oggi e vieni domani - gli islamici divenissero maggioranza in Italia e potessero imporre i loro usi e costumi, le leggi dei più fanatici fra loro, la shari'a?
Passi per le donne che nascondono i capelli: io non sono parrucchiere; passi se nascondono anche il volto e tutto il resto: pazienza, ora esibiscono fin troppo e "un alto e un basso fa un gualivo"; passi che siano rinchiuse in casa, debbano seguire il marito, osservare i suoi ordini, servire la favorita: non sono donna; passi se giustiziano omicidi, adulteri, bestemmiatori, apostati o tagliano arti ai rei: cercherò di non esserlo.
Quello che mi preoccupa veramente è il divieto di bere vino e mangiar carne di maiale: mi preoccupa perché io non saprei farne a meno; mi preoccupa perchè manderebbe a ramengo tante imprese di viticoltori, allevatori, cantinieri, salumieri, osti, ristoratori, trasportatori, eccetera.
Se capitasse in Italia sarebbe un grosso guaio per noi, se capitasse altrove in Europa sarebbe peggio per loro.

giovedì 28 maggio 2009

Betònega

"Te si 'na betònega" si diceva a chi s'intrometteva in cose che non lo riguardavano.
Capi di partito e direttori di giornale parlano dei gravi problemi nel Paese discutendo di una certa Letizia o Naomi o Noemi, del come quando perché abbia conosciuto incontrato parlato bevuto un'aranciata con un tale Silvio, provocando le ire della signora Lago. Se
Silvio ricorda invece una gazzosa è un bugiardo matricolato.
Dicono e non dicono, dicono una cosa e alludono ad un'altra,
quello che non è dimostrabile e sempre immaginabile.« Tutto è puro per i puri; ma niente è puro per i contaminati e gl'increduli, perché hanno contaminata l'intelligenza e la coscienza. » (Tito 1,15) secondo Paolo, ma secondo Giulio "a pensar male spesso si indovina", si condanna e si rovina.
Se Silvio è un mascalzone lo dicano e lo dimostrino altrimenti lascino in famiglia le beghe familiari.

venerdì 22 maggio 2009

Sanità, equità, razzismo.

Dicono che il sistema sanitario italiano sia fra i migliori del mondo e infatti arrivano da tutto il mondo per beneficiarne, spesso convinti che le spese per l'assistenza sanitaria siano comprese nell'importo pagato ai trafficanti per farli entrare nel Paese. Per i residenti il discorso è un po' diverso: pagano imposte quando stanno bene e in più tasse quando si ammalano. Sono però previste delle esenzioni , con un criterio piuttosto stravagante - se capisco bene. In Liguria "Bambini sotto i 6 anni - Anziani sopra i 65 anni di età Con redditi familiari fino a € 36.151,98 (£ 70.000.000)" non devono pagare nessuna tassa (ticket). La norma è immutata da prima dell'euro, infatti il valore tondo é in lire. Tutti sanno che da allora i prezzi sono notevolmente aumentati; la gente dice che quello che pagava 1000 lire ora costa un euro, l'Istat dice 0,60. Se quando è stato fissato quell'importo era giusto, per esserlo ora dovrebbe essere non dico 70.000 euro come calcola la gente, ma almeno 43381 come calcolerebbe l' Istat. Invece è rimasto tale e quale: una coppia di pensionati che nel 2000 non pagava tassa ed era ben al disotto del limite, ora é abbiente e deve pagarla, malgrado viva delle sole pensioni, cresciute meno del costo della vita ma oltre quel limite. Un lordo annuo di 70.000.000 di lire è un netto di circa 2200 al mese: c'è chi sta peggio, ma forse una coppia di settantenni che in tutto percepisca qualche euro in più ha difficoltà a spenderne centinaia per cure mediche.
Da come è scritto sembrerebbe che non si debba superare € 36.151,98 sia che si tratti di una famiglia di una, di due o di dieci persone: a me pare stravagante, ma forse è solo un modo moderno per attuare l'art.31 della Costituzione e incentivare i divorzi anche fra i nonni.
Naturalmente i limiti di reddito suddetti valgono solo per i residenti, con codice fiscale: chi non lo è e non lo ha può benissimo dichiarare il reddito che vuole, certo che nessuno può verificarne la veridicità.
Che i residenti vengano trattati peggio degli irregolari non può però essere considerato razzismo, essendo a danno di gente che non ha titolo e tinta per lamentarsene.
Si dirà che non sono moltissime le persone penalizzate, ma questo non è motivo per non occuparsene ma piuttosto per rimediare con poca spesa.



lunedì 18 maggio 2009

La Mecca sulla Mosa (NL)

Leggo su "il Foglio" l' articolo "Multiculturalismo pazzo" e penso a chi in Italia considera pazzo, xenofobo, razzista chi si preoccupa perché anche da noi non succeda lo stesso.
Si può anche ritenere invitabile l'invasione straniera, come si riteneva inevitabile avere il raccolto rovinato dalla grandine, ma non è ragionevole sperarla, favorirla, anticiparla.
Ci sono persone che vedono nell' immigrazione - tutta l'immigrazione - solo benefici economici e culturali: spero abbiano ragione, ma non vorrei che poi si accorgessero d'essere stati miopi, molto miopi.
Dicono che la diversità culturale è un bene, ma vogliono un mondo uniformemente multiculturalizzato e la fine di questa diversità, di cui tutti oggi possiamo beneficiare.

domenica 17 maggio 2009

Coerenti

Devo riconoscere che c'è coerenza in chi vuole il riconoscimento delle coppie di fatto, degli italiani di fatto (clandestini), dei commercianti di fatto (abusivi), degli inquilini di fatto (occupanti abusivi), dei viaggiatori di fatto (senza biglietto), degli spettatori di fatto ("portoghesi") e di tutte le situazioni simili.
Altrettanto coerentemente accettarà lo Stato di fatto (camorra, mafia, 'ndrangheta, SCU), le costruzioni di fatto (abusive), i lavoratori di fatto (in nero), gli imprenditori di fatto (magnaccia), i clienti di fatto (ladri in negozi) e tutte le situazioni illegali o irregolari ma di fatto esistenti.
Naturalmente sarà contro il riconoscimento delle "ronde" perchè non saranno più "di fatto" ma secondo norma.


giovedì 7 maggio 2009

Ogni giorno


Ma perchè mai il signor Franceschini sente ogni santo giorno l'impellente bisogno di dire la sua?
Se qualche volta pensasse di più e parlasse di meno forse ne guadagneremmo tutti, lui per primo.
Pare che i suoi bisogni mentali abbiano la stessa urgenza di quelli corporali: se quotidianamente non butta fuori quello che ha dentro, scoppia.

mercoledì 6 maggio 2009

Esclusiva

Ancora una volta ho la sensazione che la sinistra italiana si ritenga investita di una specie di esclusiva, un diritto solo ad essa riservato di potere fare quello che agli altri è vietato, giusto o sbagliato che sia.
Essa sola può modificare la Costituzione con pochi voti di scarto e ricorrere al voto di fiducia quando è maggioranza o fare ostruzionismo quando è opposizione; se non ha un capo autorevole é sbagliato che altri lo abbiano; vince l'elezioni con un'armata brancaleone inadatta a governare, può ammettere e ripetere l'errore; è incapace a governare, costruire, essere efficiente e sbaglia chi ne è capace; perde le elezioni perchè la gente è stupida o plagiata e non sa scegliere bene.
Se fa qualcosa inesistente in Europa è la prima a fare una cosa giusta, se la fanno gli altri sono gli unici a fare una cosa sbagliata: nel primo caso si vanta, nel secondo condanna.
Inserire nelle sue liste giovani e donne è motivo di vanto, ancor più se sono giovani belle donne; se lo fanno gli altri è un obbrobrio.
Sono donne Melandri, Finocchiaro e tante altre loro compagne: non saranno giovani come Carfagna, ma lo sono state. Se anche gli altri pensano a candidate donne, dovrebbero considerare solo Bindi e Turco?

Crisi

Pensavo che la CGIL fosse preoccupata per le conseguenze della crisi sui lavoratori, ma ora apprendo che la preoccupazione è un' altra.
“La crisi economica incide e inciderà, in varia misura, anche su di noi..... Dobbiamo cominciare a fare i conti, per la prima volta dal dopoguerra, con una consistente riduzione delle entrate che durerà per un periodo non breve”, è scritto - secondo il Foglio - nella bozza della relazione tenuta dal segretario confederale Enrico Panini.
Mi sembra però un po' troppo pessimista, considerando che - a quanto si dice - la maggioranza degli iscritti sono statali e pensionati: se la crisi non sarà troppo lunga non li toccherà, anzi potranno beneficiarne.
Ma se proprio non ci saranno soldi, anche Epifani potrebbe rinunciare a qualche privilegio.

lunedì 27 aprile 2009

No, tu no.

Ho sentito il signor Franceschini pretendere da Berlusconi l' impegno a non cambiare la Costituzione se non con largo accordo. A quanto ne so, le uniche modifiche introdotte con pochi voti di maggioranza sono opera del suo partito: non vorrei che l' impegno valesse solo quando è minoranza e solo per gli altri.
Sono pienamente d' accordo che le riforme costituzionali vanno fatte col massimo consenso ma mi infastidisce il fatto che troppe volte
chi per primo fa una cosa, quando viene imitato dica che è sbagliata ("abbiamo sbagliato") e non si deve fare.
Prima la presunzione di essere migliori e di non sbagliare, poi l' arroganza di pretendere che gli altri non ripetano il "nostro errore" e un ipocrita tardivo pentimento.
Quello che è giusto fatto da noi diviene - ovviamente - sbagliato quando è fatto dagli avversari, ma ci attribuiamo
un diritto esclusivo all' errore. E se altri pensano "faccio anch'io" arriva un "no, tu no".

lunedì 20 aprile 2009

Quando l'amore é cieco.

Santoro, Michele Santoro, un giovedì fa una trasmissione in Rai2 che crea non poche polemiche e fa crescere gli ascolti del giovedì successivo. Ne parlano e ne scrivono un po' tutti. Trovo un articolo piuttosto veemente non su il Giornale di Berlusconi ma su Avvenire della Conferenza Episcopale Italiana: la cosa mi colpisce, mi invio l'articolo, lo copio e lo segnalo in rete senza mettere niente di mio.
Un utente non registrato fa questo commento:
"Dato che siamo in materia di autorizzazioni, puoi dirci chi autorizza te a sparare ca...te? Inoltre, quelli come te pronti ad ingoiare tutto quello che viene loro dato in pasto dai media di regime, come fanno a non avere un briciolo di senso critico? Almeno, solo per fare un piccolissimo sforzo intellettuale, se dovete fare una critica, trovate qualcosa di vostro, senza dover ripetere a pappagallo gli slogan di bonaiuti e compagni. Sforzate l'intelletto... se lo avete. Altrimenti, state zitti. Ci avete annoiato."
Capisco che l'amore per Michele Santoro e ancor più l'odio per quelli che non lo amano può accecare: come si fa a non vedere che io non posso avere scritto ca...te non avendo scritto nulla, che non si può sapere quello che penso, ingoio, ripeto o se ho o non ho intelletto solo in base a ciò che scrive un altro?
Se non fosse stato cieco per odio o per amore avrebbe potuto constatare che poteva solo capire che ho trovato interessante l'articolo e l' ho proposto agli altri o al massimo che approvavo quello che nell'articolo era scritto; forse avrebbe anche potuto leggere l'articolo e magari accorgersi che non c'entra con "
gli slogan di bonaiuti e compagni".
Se quelli che tifano Santoro sono del livello dell'
utente non registrato sono ben lieto di non appartenere a quella tifoseria. L'ultima volta che ho visto un programma di Michele Santoro - che per il suo atteggiamento da martire e i soldi che gli paghiamo potrebbe meglio chiamarsi San Michele d' Oro - è stato ai tempi di Samarcanda. Poi non riuscivo più a sopportare la sua arroganza, la sua faziosità, il suo vittimismo e non ho più guardato le sue trasmissioni. Naturalmente non le giudico più, ma se qualcun altro vedendole trova da ridire sul suo comportamento ha tutta la mia simpatia, solidarietà e comprensione.
A quanto pare il discepolo ha imparato la lezione del maestro: "Sforzate l'intelletto... se lo avete. Altrimenti, state zitti. Ci avete annoiato." ossia "Se la pensate come me potete dire la vostra, altrimenti - stupidi - state zitti!".
In nome della libertà di parola.

venerdì 17 aprile 2009

Costo della democrazia

Sarà perchè il momento è difficile, ma mi suona strano che ci si accorga solo ora che i referendum costano, oltre ad essere talvolta inutili o dannosi.
Chissà perchè solo questo referendum costa se non è fatto in concomitanza con altre elezioni: tutti gli altri non sono costati nulla, evidentemente.
Sono favorevole ad evitare costi o sprechi inutili, sono quindi anche favorevole alla giornata elettorale (election day, per quelli che non parlano italiano) : quello che mi stupisce è perchè non si faccia una volta per tutte una norma per cui referendum, elezioni circoscrizionali, municipali, comunali, provinciali, regionali, interregionali, nazionali, europee si facciano sempre in unica giornata con periodicità prestabilita: che so, il secondo sabato di maggio degli anni bisestili, in coincidenza con giorno di riposo o di gita scolastica, senza perdita di giorni di lavoro o di scuola. Sarà una proposta assurda, ma visto che si deve o si vuole risparmiare, risparmiamo sempre e non solo quando fa politicamente comodo.
Già il fatto di fare tutto in una sola giornata dovrebbe costare la metà del farlo in due, però mi ricordo di una elezione in cui ci furono problemi di intasamento e non capisco perchè facendo il referendum con le elezioni europee non dovrebbe costare niente. Non costano le schede? Non costa la pubblicità? Gli scrutatori costano egualmente se devono lavorare due ore o tre, cinque o dieci? Perché se è così è sempre uno spreco quando non ci sono referendum da abbinare.
E dato che ci siamo perché non limitiamo il rimborso ai partiti, che - se non ricordo male - proprio con referendum (inutile) era stato abolito?

sabato 11 aprile 2009

Considerazioni.

Dire "arrestati due rumeni .." è razzismo, si criminalizza un popolo.
Dire "arrestati due uomini .." è sessismo, si criminalizzano i maschi.
Dire "arrestate due donne ..." è maschilismo, si criminalizzano le donne.
Dire "un cane ha sbranato ..." è antianimalismo, si criminalizzano i cani.
Dire "Orlando tradito da Gano di Magonza" offende i magontini.
Analogalmente citando biondi, castani, corvini, rossi, Giovanni, Francesca, giovani, vecchi, bimbi, bimbe, lattanti, avvocati, ministri, sindaci, lattai, barbieri, gatti, galline, capre eccetera si criminalizzano o si offendono le rispettive "categorie" di appartenenza.
Al contrario se dico che un argentino ha vinto il premio Nobel per la letteratura o un giamaicano i 100 metri piani offendo tutto il resto del mondo.
Mi aspetto che in futuro le notizie saranno del tipo "arrestat", né maschile, né femminile e nient'altro: ma forse così a rimanere offesa sarà l'informazione.

venerdì 10 aprile 2009

Legalità

Clandestino: "Che ha carattere di segretezza in quanto difforme dalla legge o dalle norme sociali e quindi perseguibile giudizialmente o condannabile moralmente" (Sabatini Coletti), "Che è fatto segretamente perché vietato" (Gabrielli Aldo).
"Senegalese in ospedale per il mal di denti. Ma è clandestino: denunciato ed espulso"
Questa notizia ha destato in molti un'indignazione che mi suona un po' ipocrita se fatta dalle stesse persone che si indignano per la diffusa illegalità. A furia di eccezioni la legalità va a farsi benedire: è vietato costruire in certe zone, ma se viene fatto si chiude un occhio; non devo evadere il fisco ma se sono un poveromohamed che vende illegalmente vado capito e aiutato; è illegale comprare merce contraffatta ma lo faccio; è vietato superare i limiti di velocità ma se non c'è controllo li supero; è illegale il lavoro in nero ma così guadagno di più (datore o lavoratore); non trovo da posteggiare e posteggio in doppia fila; è incivile buttare carte, cicche, gomma da masticare ma lo faccio e mi lamento perchè le strade sono sporche; porto a spasso il cane e lascio tracce; picchio, rubo, ferisco, guido ubriaco, guido drogato, ammazzo e sono libero di rifarlo.
Più che la certezza della pena sembra prevalere, specialmente fra i nuovi arrivati, la certezza dell'impunità: in Italia si può entrare illegalmente, si può vivere illegalmente e fare quel che si vuole.
Se non è illegale venire in Italia non chiamiamoli clandestini, non impegnamo mezzi navali, carabinieri, finanzieri, diplomatici per contrastarne o favorirne l'arrivo, rinunciamo completamente alla sovranità nazionale e dato che ci siamo aboliamo l'illegalità: è tutto permesso, non facciamo pagare tasse e imposte nel paese di Bengodi.
Se uno sa per esperienza personale o altrui che l' illegalità è punita, che se si ammala può essere curato ma anche individuato (c'è tanto di posto di Polizia nel Pronto Soccorso della mia città), magari non è più tanto convinto di venire a Cuccagna e ci rinuncia. Se sono un poveromohamed che desidera venire in Europa e posso scegliere tra una via complicata e legale e una spiccia e illegale, sapendo che una volta lì non fa differenza scelgo la seconda.
I casi sono due: o i clandestini sono in Italia illegalmente o non lo sono. Come per chiunque se si vive nella legalità non dovrebbero esserci problemi e particolari precauzioni, se invece si vive nell'illegalità si dovrebbero usare tutte le cautele indispensabili alla clandestinità, ma spesso non è necessario.
Se però si ritiene scandaloso contrastare l' illegalità non lamentiamocene se è diffusa, e viceversa.

venerdì 20 marzo 2009

Par condicio

Sicuramente sarà perché sono duro di comprendonio, ma non riesco a capire come garantire cure, impunità, scuola, agevolazioni, tanti diritti e nessun dovere possa contrastare l'immigrazione clandestina. Mia moglie, che come molte donne ha senso pratico, dice che lasciare piatti sporchi o cibo fuori dal frigo attira le mosche: se lei ha ragione non mi è chiaro perchè gli umani dovrebbero invece sfuggire le opportunità che vengono loro offerte. Uno può gradire la casa piena di mosche, ma non affermare che vi sparge miele per contrastarle né dire che non sono mosche; uno può volere l'Italia piena di irregolari ma non dire che agevolarli meno ne favorisce l'arrivo né che basta non considerarli clandestini. Se i ladri fossero chiamati diversamente non ci sarebbero più ladri ma resterebbero i furti.
Ammettento che sia giusto, etico e possibile accogliere in Italia l'intera umanità mi chiedo il perché di certe discriminazioni.
Non ho esperienze recenti e quindi le cose potrebbero non essere come me le ricordo e come le riporto.
Un clandestino che sta poco bene non va dal medico di famiglia, che non ha, ma direttamente al Pronto Soccorso. Al triage (io direi all' accoglienza, per farmi capire dagli italiani che non hanno dimestichezze con ospedali) dichiara i sintomi ma non credo sia tenuto a dichiarare la sua residenza in Italia, il suo reddito, il suo codice fiscale, il luogo di nascita, villaggio città Paese di provenienza: questo in forza di una legge che vieta la possibilità di denunciare situazioni di illegalità. Non mi pare che la stessa norma valga per i cittadini italiani, i quali, se il caso non è urgente e grave (o meglio se non arrivano in ospedale con un'ambulanza del 118), sono invitati a recarsi dal loro medico generico o, se insistono, a pagare una tassa in relazione al reddito dichiarato. Capita anche che qualcuno non risieda nel luogo dove si ammala e allora deve recarsi all' ASL (USL, USSL o come altro si chiama), fare code, compilare moduli, chiedere di poter scegliere un medico, avere il suo benestare e per alcuni mesi ammalarsi solo nello stesso Comune. Altrimenti cercare qualche targa che indichi un ambulatorio, aspettare, sperare, farsi visitare, pagare la visita e poi eventualmente chiedere il rimborso, se è previsto nella Regione di residenza.
Si raccomanda di non intasare i Pronto Soccorso per malattie di lieve entità, ma ciò vale solo per gli italiani: gli altri hanno facoltà di intasarlo quanto vogliono e di farsi curare gratis dichiarandosi in ogni caso nullatenenti, cosa impossibile da verificare se per l'anagrafe e il fisco sono fantasmi. Nessuna meraviglia per le conseguenti ore di attesa. Se poi il medico del Pronto Soccorso prescrive una medicina si deve tornare dal proprio medico per la ricetta: non so come funzioni con i clandestini, ma so che non posso avere in Liguria una medicina prescritta in Piemonte. Non so nemmeno se temendo di essere imprigionato o rimpatriato (dove?, quando?) un clandestino rinuncerà a farsi curare o a venire in Italia, ma se per lui è giusto non dover rendere conto di niente ed essere curato senza tante domande trovo ingiusto che questo non valga per tutti.
Se le cose non stanno così, mi piacerebbe sapere come stanno.

giovedì 19 marzo 2009

Problemi e soluzioni

Problema energetico.
Importare costa, il nucleare spaventa, l' eolico deturpa il paesaggio, il fotovoltaico occupa troppa superficie, rinunciare agli elettrodomestici nemmeno parlarne: le palestre adottino cyclettes con dinamo collegata alla rete elettrica; la gente va in palestra, pedala, dimagrisce e fornisce energia a tutto il Paese. Per assorbire l' anidride carbonica emessa da tanti ciclisti si raccomanda attività diurna in palestre boschive.

Problema politico.
Il PD ha sempre meno voti percento perché i suoi dirigenti e intellettuali sono troppo intelligenti e non tutti li capiscono: dare il diritto di voto non a chi supera i 18 anni ma solo a chi supera un esame di ammissione, così anche in politica la meritocrazia prende il posto dell'anzianità.

mercoledì 18 marzo 2009

I ricchi che non pagano ICI

Ho finalmente pensato di cercare in Wikipedia cosa prevedeva il tanto decantato provvedimento del governo Prodi in merito all'I.C.I., quello che tutti gli esponenti della sinistra continuano a dire che toglieva l' ICI ai poveri per farla pagare solo ai ricchi.
Ho così scoperto che chi ha una pensione di 450 euro mensili per quei signori è un ricco e avrebbe dovuto continuare a pagare l' imposta.
Il pensionato di cui sopra, caso reale, avrebbe dovuto continuare a pagare 77 euro: per favore smettetela di vendere fumo e dite le cose come stanno!

venerdì 13 marzo 2009

Nessuno vuol fare il pm in Sicilia

Antimafia

Nessuno vuol fare il pm in Sicilia:
quattro domande per 55 posti

Una gip da Milano a Palermo: «Colleghi esposti, andare è un dovere morale». L'Anm: «Numeri drammatici»


Ecco un altro lavoro che gli italiani non vogliono più fare: necessitano nuovi immigrati.
(VEDI Corriere della Sera)

sabato 28 febbraio 2009

Valli a capire

Valli a capire quei signori che se vedono un centinaio di persone passeggiare con qualcosa di rosso esaltano la grande manifestazione democratica mentre se ne vedono quattro o cinque con qualcosa di verde gridano alla minaccia contro la democrazia. Valli a capire quelli che se gli dai mezzo bicchiere di vino dicono che è poco e se ne offri uno protestano che li vuoi ubriacare, quelli che considerano retriva la religione e vogliono una moschea in ogni villaggio, quelli che si dicono per i diritti delle donne e per il diritto dei musulmani ai loro usi misogini. Valli a capire quelli che se propongono qualcosa è il meglio del meglio e se la stessa cosa la vogliono gli altri è il peggio del peggio, quelli che se perdono il consenso non è mai perché sbagliano o non comprendono la gente ma sempre perchè la gente sbaglia e non li comprende. Valli a capire quelli che con Repubblica, Soru, Santoro e soci gridano al monopolio mediatico altrui, quelli che corrono da soli ma accompagnati, quelli che non vogliono qualcuno e senza di lui non saprebbero di cosa parlare e perchè stare insieme; valli a capire quelli che vogliono dare a tutti e non tirano fuori un centesimo, quelli talmente disponibili da approvare quello che essi propongono. Valli a capire quelli che lavorano in nero, comprano dai venditori abusivi e ce l'hanno con chi non paga le tasse; quelli che rifiutano svantaggi, doveri, oneri e vincoli familiari ma ne pretendono i benefici.
Valli a capire!

martedì 17 febbraio 2009

Coerenza

Maggiore onestà e coerenza non guasterebbero nemmeno in politica.Se prima si diceva che la criminalità era una montatura degli avversari non si dovrebbe dopo dire che è un'emergenza trascurata.
Se si diceva che la paura era artatamente indotta non si dovrebbe poi dire che è reale.
Se si difende qualsiasi decisione della magistratura non dovrebbero meravigliare decisioni incomprensibili.
Se si sostiene che venire illegalmente in Italia dà diritto a rimanerci non dovrebbe stupire ritenere l' illegalità un diritto.
Se si dice no ad ogni riforma non si può lamentarsi se non si fanno.
Non si può chiedere certezza dei diritti e delle pene se chi deve darla non deve risponderne.
Non si può lamentare la scarsità di polizia e pretendere la scorta personale, condannare la collaborazione dei cittadini, rifiutare i militari in compiti non polizieschi, opporsi alla collaborazione dei vigili urbani; non si può chiedere sempre soldi senza badare a come sono spesi.

Non si può condannare l'evasione fiscale e proteggere chi evade il fisco, con lavoro in nero o criminale, solo perché non è italiano; non si può condannare il razzismo e alimentare razzismo di segno opposto.
Non si può avere il consenso della gente se si vuole il contrario di quello che la gente vuole, non si può avere il voto di chi è detto stupido o pazzo.
Checché ne dica Andreotti anche a pensar male si può sbagliare, ma c'è gente che non sa non pensar male e trova scandaloso lodare una carnagione o constatare che i poliziotti sono meno delle belle donne e che il cielo è azzurro.

domenica 15 febbraio 2009

Mi piacerebbe.

Mi piacerebbe che quando politici, giornalisti e altri dallo schermo TV proclamano il loro amore per i poveri diseredati, pontificano su diritti e doveri altrui, vantano i propri meriti e le altrui colpe, ridicolizzano benefici, considerano miserevoli somme per me rispettabili, mi piacerebbe vedere di ognuno non solo la faccia ma anche quanto guadagna per capire quanto vale per lui un euro, quanto ci costa la sua opinione, se parla per esperienza diretta o solo per sentito dire, se è sincero.
Mi piacerebbe che quando ironizzano sulle paure della gente, difendono privilegi che a parti invertite direbbero razzisti, considerano gli immigrati tutti buoni ed innocenti, mi piacerebbe vedere la casa e il quartiere dove vivono per capire se accettano quello che gli altri dovrebbero accettare.
Mi piacerebbe che quando pretendono di accogliere, sfamare, sanare l'intera umanità a spese dei contribuenti italiani, mi piacerebbe vedere dove vengono curati per capire se anche loro fanno le lunghe attese e sono trattati come gli altri cittadini.
Mi piacerebbe che quando dicono che i loro privilegi non incidono molto sul bilancio statale e se li tengono, mi piacerebbe sapere cosa succederebbe se - per equità - fossero estesi a tutti, in Italia o nel mondo.
Mi piacerebbe.

giovedì 12 febbraio 2009

E se ...

Non ci capisco molto, ma a mio parere si tratta di infortuni sul lavoro. A quanto si dice vengono in Italia per fare il lavoro che gli italiani non vogliono fare. Fanno le rapine: lavoro faticoso, lavoro rischioso. Probabilmente ci sarà già qualche legge che obbliga i cittadini comuni a lasciare porte e finestre aperte per facilitare il loro lavoro, ma è disattesa come tante altre. Ci sarà già qualche norma che impone, se proprio non si vuole avere intrusi in casa, di mettere alla sera tutto quello che si ha di valore in apposito contenitore esterno. Si eviterebbe non solo di intralciare il lavoro altrui col rischio di farsi male (può succedere) ma anche, facilitandolo, di provocare infortuni agli addetti . In fin dei conti la raccolta differenziata è indice di civiltà: rifiuti organici; carta; plastica; vetro, alluminio; oro, preziosi, denaro, gioielli.
E se, considerata l' atavica abitudine italiana di non osservare la legge, quei lavoratori fossero accompagnati al lavoro da polizia o carabinieri? Questi dovrebbero accertarsi che siano rispettate quelle norme che per forza devono esserci e multare chi non le osserva. D'accordo, visto che il lavoro viene fatto di notte, dovremmo subire qualche imposta in più per pagare gli straordinari; ma si avrebbe il vantaggio di evitare infortuni; le forze dell'ordine non dovrebbero recarsi al mattino a prelevare chi ha causato danni ad onesti lavoratori; i giudici non dovrebbero scomodarsi per condannarlo.