venerdì 25 dicembre 2009

Un paese straordinario.

È un paese straordinario, un paese in cui tante cose non sono come altrove. In questo Paese non si persegue chi viola la legge ma chi la osserva e la fa osservare (comandanti di nave che fermano clandestini, ispettori tramviari che richiedono il biglietto ai passeggeri, ecc.), non chi va a rubare in casa altrui ma chi si oppone, si considera razzista non chi gode di privilegi ma chi non vuole subire discriminazioni (in assegnazione di alloggi, prestazioni sanitarie gratuite, ecc.), si combatte la disoccupazione accogliendo nuovi disoccupati, si fa pagare le tasse solo a chi ha pagato abbastanza imposte (se non si denuncia abbastanza imponibile IRPEf non si pagano ticket sanitari, scolastici, ecc.: come far pagare il biglietto d'ingresso alle partite solo a chi ha l'abbonamento), giudice e accusatore sono "colleghi", se un giudice assolve un altro condanna e viceversa (se le possibilità di avere un giudizio giusto sono il 50%, tanto vale lanciare una monetina: costa molto meno), a Natale si scrivono a Gesù Bambino letterine piene di odio e di cattivi propositi, e tante altre cose così.
È davvero un paese fuori dall'ordinario, un paese straordinario
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mercoledì 23 dicembre 2009

Che c'è di strano?

Desta scalpore, è additata come un'infamia la notizia che due ragazzine senegalesi sono state fatte scendere dall'autobus perchè senza biglietto. Non so se l'ispettore abbia usato parole insultanti nei confronti delle due, ma se così non è che c'è di strano se si chiede anche agli stranieri di stare alle regole? Capisco che erano due ragazzine, che era notte, che erano lontano da casa ma anzichè indignarsi perchè un ispettore voleva far osservare le regole, perchè non ci si chiede come mai due ragazzine a quell'ora fossero lontane da casa pretendendo di viaggiare senza pagare biglietto e non ci si indigna contro quei genitori che l'hanno permesso. Se invece di senegalesi fossero state venete forse l'ispettore si sarebbe comportato diversamente o forse sarebbe stato giudicato diversamente; forse se le due ragazze avessero detto al conducente che per qualche accidente non avevano i soldi necessari anche l'ispettore sarebbe stato più tollerante, per una volta. Ma sembra che molti stranieri siano convinti che in Italia non solo esista il diritto d'asilo per taluni ma anche quello per tutti di viaggiare gratis sui mezzi pubblici e di godere altri benefici che non spettano agli italiani se non pagando tasse e imposte (gli onesti) o rischiando multe salate (i furbi). E le ragazzine si adeguano.

venerdì 18 dicembre 2009

*Ad personam *1001 croceristi


"Ad personam"

Quando mi occupavo di queste cose, oltre alla tariffa prevista per il livello salariale c'erano importi detti "ad personam" e "ad mansionem". Esemplificando: se per i lavoratori di 2° livello la paga era 100, ai lavoratori di 2° livello tessitori poteva spettare un importo "ad mansionem" di 5 e il tessitore Tizio poteva avere un ulteriore importo "ad personam" di 4; in totale 109 a Tizio, 105 agli altri. La differenza fra i due importi aggiuntivi era sostanziale: chiunque aveva diritto a 5 finché faceva il tessitore, ma solo Tizio aveva 4 perché era bravo o simpatico o richiesto e se li teneva anche se non faceva più il tessitore.
Mi sembra abbastanza strumentale parlare di leggi "ad personam" per leggi che riguardano invece la mansione, cioè chiunque svolga quella mansione e solo finché la svolge: si dovrebbe parlare di legge "ad mansionem" ed essere giudicata per quello che è, sia o no antipatico e odioso chi "pro tempore" la svolge.
È "ad personam" se riguarda Tizio perché è Tizio, è "ad mansionem" se invece lo riguarda perché è tessitore.

1001 croceristi.
Supponiamo che 1001 persone noleggino un nave da crociera riservandosi il diritto di scegliere il comandante. Democraticamente votano e 501 scelgono P mentre 500 avrebbero preferito B. Supponiamo che dopo un po' ci si avveda che P non è in grado di governare la nave, che si decida di rifare la scelta e che 550 persone scelgano B, unico altro a bordo abilitato a farlo.
B diviene il nuovo comandante, in pieno oceano e oceano tempestoso.
Supponiamo che uno dei passeggeri affermi che B - dieci anni prima - gli ha rubato il portafoglio: per tutti quei croceristi sarebbe bene o male decidere di lasciare B alla guida della nave e farlo processare solo una volta arrivati in porto?


giovedì 17 dicembre 2009

I ritardatari

Presto o tardi ci arriveranno. Sono occorsi più di settant'anni per accorgersi che il paradiso dei lavoratori era un'inferno, qualche anno e qualche cadavere innocente per accorgersi che i fratelli erano terroristi, il tempo che gli avversari politici ripetessero i loro errori per vedere che erano errori: hanno bisogno di tempo, di molto tempo ma alla fine ci arrivano. Non ammetteranno la loro responsabilità ma riconosceranno che comportarsi in un certo modo è sbagliato, specialmente quando a quel modo si comportano gli altri, quelli che sicuramente sbagliano. Ci vorrà del tempo ma alla fine capiranno che è meglio essere uniti per amore che per odio, che non è il caso di odiare qualcuno solo perchè è amato da altri ed ha fatto perdere una partita che sulla carta sembrava stravinta. Ci vorrà del tempo e poi si offenderanno se diranno che sono ex antiberlusconiani, come ora qualcuno ritiene offensivo essere detto comunista, magari dopo essere stato per anni dirigente di quel partito e non averne mai denunciato gli errori o gli orrori.
Già, se ne accogeranno: tardi ma se ne accorgeranno. E intanto? Intanto "calunniate, calunniate; qualcosa resterà" e forse troppo tardi capiranno che se si fomenta l'odio verso qualcuno, prima gli getteranno in faccia insulti, poi letame, poi un piccolo pesante appuntito duomo ma nemmeno questo potrebbe bastare e qualcuno penserà a qualcosa di più letale, ritenendosi nel giusto perché quella persona era stata avvertita e avrebbe dovuto non opporsi alla prepotenza e ritirarsi in buon ordine per evitare il peggio: e se è cocciuto ben gli sta.-
Devo avere uno strano concetto della democrazia: penso che ognuno possa esprimere il suo pensiero e permettere agli altri di esprimere il proprio; penso che se non si è capaci di convincere la gente delle proprie opinioni non sempre è perchè è troppo stupida per capirle; penso che non è detto che la maggioranza sia sempre nel giusto e che possa sbagliare, ma ha il diritto di farlo; penso che chi ha i capelli rossi non deve essere perseguitato ma nemmeno può imporre la sua volontà. C'è gente che è convinta di essere sempre nel giusto, di non sbagliare mai e per questo se sbaglia continuerà a sbagliare; gente che mai trova opinioni giuste diverse dalle proprie e, sicura di fare il bene di tutti, ritiene suo dovere imporle agli altri. C'è gente che pensa che più grida o insulta e più ha ragione, diritto di disprezzare gli altri e imporre il proprio pensiero. E c'è anche chi pensa solo al vantaggio che può trarne.
Tifavo Bartali, ma non odiavo Coppi, non mi auguravo che cadesse o scoppiasse; a scuola parteggiavo per i Troiani, ma non odiavo i Greci; speravo che la mia squadra vincesse, ma non odiavo le squadre avversarie. Si può essere accomunati dallo stesso amore o dallo stesso odio, ma non è la stessa cosa. Non si dovrebbe odiare il capo di un partito solo perchè non si riesce ad averne uno capace di contrastarlo onestamente. In mancanza di un leader da amare non resta che un nemico da odiare: se non c'è amore e forza resta odio e debolezza
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domenica 6 dicembre 2009

E ora?

E ora che 600 mila italiani (1%) hanno gridato in piazza che gli è antipatico, che lo odiano, che non lo sopportano e che deve andarsene a casa, B deve dimettersi.
Questa è democrazia! Questa è democrazia?


sabato 5 dicembre 2009

Tutti uguali?

A me non pare. Non mi pare che siamo davvero tutti uguali e non lo trovo scandaloso. Come persone, sì forse lo siamo anche se qualche distinzione viene fatta in ragione del sesso, dell'età, di situazioni particolari: un bimbo non viene condannato alla galera e una donna incinta o madre ha dei riguardi che mai spettano ad un uomo.
Ma un uomo quando indossa una divisa o mostra un distintivo non è lo stesso uomo che incontro fuori servizio in piazza o al bar. Se mi ferma un poliziotto e mi chiede la patente sono tenuto a mostrargliela, se invece me la chiede un tizio qualunque posso mandarlo a quel paese: se vi mando il poliziotto è oltraggio a pubblico ufficiale.
Siamo tutti uguali di fronte alla legge, ma il giudice che mi giudica non è per niente uguale a me, lui mi può condannare anche sbagliando mentre io al massimo posso ricorrere ad un altro giudice con le stesse prerogative. Alle manifestazioni, agli spettacoli pubblici e gratuiti capita che i posti migliori siano riservati alle "autorità", non mi piace ma riconosco che non sono un loro pari: siamo entrambi uomini, ma lui è il sindaco, il prefetto, il vescovo o non so cos'altro.
Mi pare evidente che se nudi siamo tutti umani, la carica che riveste qualcuno, la funzione che svolge lo rende diverso: non è la persona diversa, è la mansione che rende diversa qualsiasi persona la svolga. Non è che il privilegio spetti a Tizio a Caio a Sempronio, ma al Sindaco, al Prefetto, al Vescovo; quando torneranno ad essere Tizio e Caio (e Sempronio, se succede) saranno trattati come me e gli altri.
Per questo non trovo nulla di strano che si preveda un trattamento diseguale per il Presidente del Consiglio, non per Silvio Berlusconi ma per il Presidente del Consiglio chiunque esso sia; trovo invece strano che se questa eccezione debba essere prevista per legge costituzionale e non per legge ordinaria non lo si sia detto subito, senza ingannare e far perdere tempo a nessuno. Quando tornerà ad essere solo il signor Silvio Berlusconi sarà trattato come tutti gli altri, anche se è abituale l'uso di chiamare Presidente chiunque lo sia stato per una volta di qualcosa, magari una bocciofila. Non so se questa strano vezzo possa essere vietato per legge, magari costituzionale.


I siciliani

M'ero fatto l'idea che i siciliani fossero come le tre scimmiette: non vedo, non sento, non parlo; se gli fai una domanda muovono la testa come per dire sì, fanno schioccare la lingua e vogliono dirti no. Pensavo che così fossero i siciliani, i mafiosi siciliani specialmente, quelli che dicevano omertosi.
E invece ... hiii, quanto parlano; non la smettono mai. Il boss parla col picciotto e gli racconta per filo e per segno cosa fa e cosa pensa di questo e di quello, il picciotto parla con altro picciotto che gli racconta le confidenze che lo stesso o un altro boss ha fatto a lui. Peggio delle "barufe ciosote". In quell'ambiente che tutti dicono omertoso si parla eccome: il mercato del pesce a Venezia, un mortuorio al confronto.
E poi dopo avere fatto e commentato ammazzamenti et similia se finiscono la latitanza si danno al pentitismo: è il loro modo di andare in pensione dopo anni di duro lavoro e più hanno lavorato e migliore sarà il trattamento pensionistico, a spese del contribuente. E da bravi pensionati cominciano a raccontare dei bei tempi andati; magari non sarà tutto vero, magari infiorettano il racconto per far piacere ai nipotini, gli dicono quello che vogliono sentire e sarannno tutti felici e contenti; e dopo giorni e anni sempre lì a raccontare, a soddisfare la loro curiosità con racconti veri o di fantasia. Adorano i bambini.
E io che pensavo che i siciliani se gli facevi una domanda alzassero il mento schioccando un "cek" per dirti no.