sabato 24 gennaio 2009

Sproporzioni

Si parla di sproporzione nella risposta di Israele alle provocazioni di Hamas: Hamas ha impiegato contro Israele il massimo della sua forza, della sua cattiveria, del suo odio mentre Israele ha risposto solo con il massimo della sua forza e quindi in misura men che proporzionale. Si parla di sproporzione tra i molti morti palestinesi e i pochi israeliani, ma questo perché Hamas da più valore alla morte che alla vita della sua gente mentre per Israele è il contrario. Penso che la propria vita è per ciascuno infinitamente importante e una volta morto non può consolarlo il fatto di essere stato l'unico a morire. Con questo non voglio dire che è lo stesso se muore una o mille persone, ma solo che è fuori luogo fare questi confronti per condannare chi combatte per la vita anche di un solo innocente contro chi vuole ucciderne il massimo possibile: di israeliani, ebrei e cristiani; in Israele con con i razzi sognando l'atomica iraniana, nel mondo con qualsiasi arma.
Sproporzionato mi pare invece l'odio contro quel piccolo stato democratico circondato da una moltitudine che ne vuole la distruzione e già lo elimina dagli atlanti.

lunedì 19 gennaio 2009

Alice Taldeitali

Alice era non più giovane e decisamente squattrinata. La madre s' era innamorata per lei di Francesco, ricco benestante foresto: tanto fece e brigò che alla fine venne in casa per conoscere la promessa sposa. La vide, le parlò, non gli piacque e partì, tornò alla sua magione.
Il padre non gradiva Francesco e lo diceva; ma non poteva certo imporre la sua volontà e si sarebbe rassegnato. Lui preferiva il meno ricco compaesano Caio, che presentò a Alice: alla fine si sposarono ma forse non vissero felici e contenti.
La madre però non si dà pace e continua a ripetere che Francesco era un partito migliore: peccato però che, appunto, era partito.
Questa è la storia di Alice Taldeita, Airoldi Francesco e Caio Lombardi.

Gaza, gennaio 2009

Soffro pensando alla situazione degli abitanti di Gaza, ricordando quella del bimbo che ero; ma non capisco i loro capi, non capisco perché anziché cercare di procurare prosperità procurino armi, non per difendersi da reali minacce ma per minacciare, per colpire volutamente i civili israeliani, per provocare Israele a un'inevitabile reazione, per ottenere morti e distruzione fra il proprio popolo, per fomentare l'odio, per giustificare la propria esistenza come capi. Ma questo purtroppo é successo e succede in tutte le dittature, e in tutte le democrazie c'è gente che tifa per per loro invece di condannare i loro crimini .

giovedì 15 gennaio 2009

L'erba del vicino.

"L'erba del vicino è sempre più verde" è il titolo di un vecchio film diventato un luogo comune. Ma non per parlamentari e politici in genere: per questi è il contrario. O forse è una forma di presbiopia: vedono solo rogne, difetti, litigi in casa altrui, forse per distrarre i propri sostenitori da quello che accade vicino ai loro occhi, in casa propria. Se nel teleschermo c'è Tizio del partito A e Caio del partito B, Tizio parlerà solo di B e Caio solo di A e naturalmente ne parleranno male. Talvolta, più raramente, parlano anche delle idee e delle opere della propria parte che sono sempre e tutte perfette, ma non tralasciano di ricordare che quelle della parte avversa sono sempre e tutte sbagliate: così e stato anche per ICI e Social Card. Si arriva anche ad affermare che da una parte sono tutti buoni, bravi e onesti angioletti mentre dall'altra sono cattivi, incapaci, disonesti demoniacci e non ci sono dubbi a quale parte si riferiscono. A volte mi sembra che parlino solo perché sono in parlamento o forse ciacolano per fare ciacolamento: discutono se un balzello é tassa o contributo, dimenticando che, almeno ai miei tempi, si chiamava tassa il contributo per usufruire di un servizio pubblico mentre il prelievo generico era detto imposta. Oggi le imposte si chiamano tasse e le tasse si chiamano ticket, fanno meno senso.

Cesare e Carla.

Se è vero che il signor Cesare Battisti - non l' irredentista, il terrorista - non sconterà la pena per i suoi assassinii anche grazie a Madame Sarkozy, sono grato alla signora Carla Gilberta Bruni Tedeschi per avere rinnegato le sue origini italiane: non mi piacerebbe essere suo compatriota.

mercoledì 14 gennaio 2009

Non é tutto oro.

Alcuni dicono che gli immigrati sono la rovina del Paese, altri, specialmente loro stessi, che ne sono la salvezza. Per i primi sono nullafacenti criminali, per i secondi lavoratori indefessi che arricchiscono il paese, senza i quali le fabbriche chiuderebbero, le casse pubbliche sarebbero vuote, il paese sarebbe di soli vecchi.
E' vero, una parte di loro da qualche tempo paga tasse e contributi, come da decenni hanno fatto generazioni di italiani; é vero che mettono al mondo più figli, quello che gli italiani non fanno anche per una dissennata politica fiscale da sempre tendente a penalizzare la famiglia tradizionale (vedi 1 , 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13).
Faranno anche lavori che gli italiani non vogliono fare, ma quanto prima vorranno essere come gli italiani e non fare quei lavori, per i quali arriverranno nuovi immigrati, sovrabbondanti.
Pagano tasse e contributi, ma forse anche loro invecchiano e vorranno la pensione, anche loro hanno figli da mandare all'asilo, a scuola, all'università, anche loro si ammalano e abbisognano di cure, anche loro usano le strade, e sono solo una parte, mentre per un'altra parte necessitano carabinieri, polizia, giudici, carceri, guardie carcerarie e si ha diffusione di droga, prostituzione, incidenti stradali, prepotenza, arroganza, disprezzo per i nostri valori.
Limitandosi al fattore economico, bisognerebbe fare bene i conti prima di vederli come salvatori: non è sempre oro tutto quel che riluce.
Fatico capire perché ci sia tanta necessità di creare in Italia nuovi posti di lavoro se non ci sono italiani disposti a lavorarci e si crea altrettanta necessità di avere nuovi immigrati, con tutto il gran bene e il poco male che comportano solo se sono adeguatamente sfruttati.
Penso che gli immigrati siano come il sale nel pane: nella giusta misura lo rende migliore, se si esagera è da buttare. I toscani lo preferiscono sciocco, ma non sempre si può scegliere.


sabato 3 gennaio 2009

pecora nera

Non odio Berlusconi, non odio Israele; non amo l'insulto, il turpiloquio, la coprolalia: in qualche sito web sarei la pecora nera.

Bastian contrario

Forse è solo un'impressione, forse sono solo sfortunato o disattento: se vado in una scuderia non dovrei aspettarmi di trovarvi asini.
Ascolto tutti giorni "Prima Pagina" di Radio Tre Rai: ovviamente mi piace, altrimenti non l'ascolterei. I giornalisti che ogni settimana vi si alternano sono di molte testate e di diverse opinioni politiche, ma quasi sempre i radioascoltatori che intervengono nella seconda metà della trasmissione sono in larga maggioranza della parte politica che maggioranza non è. Mi chiedo se questo avviene perché sono più attivi, più impegnati, più interessati alla politica, ai problemi, alla discussione, al bene comune o se invece perché fra di loro c'è più gente che a quell'ora non è al lavoro o ha più tempo libero o vive di politica o non so cosa. E quando conduttore e troppi intervenuti la pensano allo stesso modo c'è monotonia.
La stessa cosa capita su Internet in siti che credo non di parte, solo che lì non c'è alternanza di conduttori; posso sempre spostarmi altrove, ma potrei trovarvi altra monotonia, magari di segno opposto: così rimango e ci scrivo, da bastian contrario .