lunedì 25 maggio 2020

Che tristezza


Oggi siamo andati al mercato del lunedì. Io non ci vado quasi mai ma mia moglie, se può, non ne manca uno. A Savona o a Biella. 
Dopo tre mesi di clausura, questa mattina mi ha chiesto di accompagnarla, volevamo assaporare un po' della riconcessa libertà. Dico libertà ma è solo libertà condizionata, come si conviene ai delinquenti che tutti noi siamo, secondo chi ci governa. Tutti o quasi: pare che non tutti siamo considerati tali e abbiamo avuto le stesse costrizioni, per via dell'antirazzismo.
Ma oggi si poteva andare al mercato e così ho preso l'auto che uso poco ma abbisogna di cure molto: ho rinnovato la patente il 21/2/20, giusto in tempo per non poterla usare 3 mesi su 12 di validità (e non costa poco).  
Posteggiata l'auto e indossata la mascherina ci siamo avviati al mercato, appena al di là dei giardinetti.
Non molti venditori, non molti clienti e tutti con la mascherina. Persone che quando le incroci invece di salutarti si allontanano il più possibile. Non un allegro mercato ma una grande tristezza. 
La gente con la mascherina non è mascherata, è mascherinata. Non è un'allegra mascherina carnevalesca ma una tristissima museruola, un fastidioso bavaglio. È una pacchia per quelli al governo, gente che ammirava l'URSS, che considera superfluo il Parlamento, che emette decine di DPCM, centinaia di pagine e migliaia di parole per complicare la vita ai cittadini e indurli in errori pesantemente sanzionabili. Con la scusa del contagio vietano gli assembramenti, impediscono le proteste, mettono il bavaglio alla gente: sognano di governare senza fine in uno stato totalitario e poliziesco. 



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