venerdì 20 marzo 2020

Parlando d'altro


Dobbiamo stare a casa per via del coronavirus. E ubbidientemente io a casa resto e, con la tv accesa, tutto il giorno sento parlare di contagiati, mascherine, tamponi, terapia intensiva, deceduti e di zuzzurelloni che fregandosene di norme e raccomandazioni se ne vanno bellamente a zonzo per la città.

Per non parlare sempre di Covid-19 dirò d'altro.

"Costituzione della Repubblica Italiana - Art. 53.
Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacita ` contributiva. Il sistema tributario e informato a criteri di progressivita."
La seconda parte dell'articolo è fra le poche più citate e adorate dagli attuali eredi del Partito Comunista Italiano. Per loro non ha rilevanza che nell'articolo si dica pure che si è "tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della capacità contributiva", tant'è vero che, complice l'inflazione, per molti la tassazione è aumentata avendo sì più reddito nominale ma meno reale capacità contributiva. 
E trovano sia in "ragione della capacità contributiva" anche tassare molto di più "per criteri di progressività" chi ha anche un solo euro di reddito più di altri, un solo euro oltre il limite stabilito decenni prima: vedasi per esempio la tassa sanitaria detta ticket.
Paradossalmente vogliono più tasse disincintivando la gente dal lavorare, produrre ricchezza e poterle pagare.
Per loro equità non fa rima con proporzionalità ma con progressività e parità. L'ideale sarebbe che se chi guadagna 100 è tassato al 20%, chi guadagna 200  sia tassato al 60%: per la progressività se guadagna il doppio deve pagare più del doppio, per la parità se il netto del primo è 80 anche il suo netto dev'essere 80. 
E chi vorrebbe mai lavorare di più per guadagnare di più? Meglio non lavorare e avere reddito di cittadinanza.

Chi non ha mai pagato non si sa se pagherà, mentre chi ha pagato si suppone che continuerà a farlo. E così tartassano chi è già tassato a beneficio di chi non lo è mai stato. È più semplice, comodo e sicuro. Per il principio di progressività pensano sia giusto e equo che solo chi più ha "concorso alla spesa pubblica" sia ulteriormente tassato. Se le imposte sono pagate in ragione della capacità contributiva e con criteri di progressività, se servono per fornire i pubblici servizi non vedo perché chi ne usufruisce debba pagare una tassa diversa a seconda delle imposte pagate. Non, come parrebbe logico, più si è già pagato e meno si deve pagare ma esattamente il contrario, rendendo così doppiamente vantaggioso evaderle. È come far pagare il biglietto del bus solo a chi ha l'abbonamento.
Magari si incentiverebbe di più l'onestà dei contribuenti se venisse premiata anziché punita.


Come rispettano la Costituzione



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