sabato 18 gennaio 2020

Semplificazioni


Un anno sì e l'altro pure i nostri governanti sono impegnati a fare qualche riforma, a riformare quanto precedente riformato. Dicono di volere migliorare l'esistente, ma quasi sempre si tratta di migliorie peggiorative. 
Specialmente quelli di sinistra, con la scusa di combattere l'evasione fiscale trovano modo per angariare ancor più i cittadini che non li votano. Non capiscono, non vogliono capire che se uno sa di finire rapinato fa quanto può per limitare o evitare il danno. Evita di favorire i rapinatori e non li vota, cerca di limitare il danno e se può nasconde il suo denaro. 
In una famiglia di onesti, se si fatica ad arrivare a fine mese o si cerca di aumentare il reddito o di razionalizzare le spese; in una famiglia di disonesti si pensa anche a rubare. I nostri governanti pensano che per far quadrare il bilancio non vi sia altra via che aumentare i tributi. Non li sfiora l'idea che uno possa stufarsi di lavorare prevalentemente per "il bene del paese" e cambi paese o smetta di lavorare. E poi più uno ha contribuito alle spese per i servizi pubblici più viene escluso dalla loro fruizione o più deve pagare per averla: la chiamano "equità" o obbligo costituzionale di progressività del sistema tributario. Esagerando.
Per qualche riforma si tratta davvero di semplificare le cose, ma il più delle volte di ridurre il lavoro dei burocrati aumentando quello dei cittadini. Se fornire un servizio a 100000 persone richiede il lavoro di 10 impiegati, si esaltano quando riescono a fornirlo con solo 5 burocrati. Per loro non ha rilevanza che per risparmiare in un anno 8240 ore (1656 ore x 5 impiegati) 100 mila italiani siano costretti a perdere almeno 1 ora, cioè 100.000 ore complessive, e magari a spendere altro denaro. 
Per l'Amministrazione è sicuramente un risparmio ma per l'Italia è un maggior costo e per gli italiani un'altra imposta.

Vedasi obbligatorietà del POS e fattura elettronica.



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