giovedì 23 gennaio 2020

I soliti


Quando li ho conosciuti si chiamavano comunsti, quelli del P.C.I:, Partito Comunista Italiano. Poi si sono chiamati in  vario nome, ora sono PD, Partito Democratico. Sono detti   piddini o dem o "democratici" e stanno pensando di cambiare ancora nome. Ma per me restano "i comunisti", come la Mutua resta la Mutua comunque ora si chiami. 
Lo chiamano "politicamente corretto", ma per me è solo un brutto vizio quello di chiamare le cose con altro nome. O sono davvero convinti che il gatto se lo chiamano chat o Katze o cat non è più un gatto? Che un sordo, un cieco, uno zoppo non è più tale se lo chiamano altrimenti? Che un totalitarista convinto non lo è più se si dichiara democratico? Che un delinquente non è più delinquente se è detto migrante? Ma credono davvero alle loro ipocrisie? Chissà se riusciranno mai ad ammettere che l'avversione verso certe individui non è dovuta al colore della pelle ma a come si comportano, non a quello che sono ma a quello che fanno. Lo capiranno mai che se uno è stato morso da un cane ha paura di tutti i cani non potendo distinguere a priori il cane che morde da quello amichevole. E non serve che la padrona del cane affermi che il suo animale è buono: con i padroni e per i padroni i cani sono sempre tutti o quasi buoni, ma non con gli estranei e per gli estranei.
Magari gli immigrazionisti conoscono bene gli stranieri, sanno che sono tutti brava gente e che quelli che non sono brave persone sono rarissime eccezioni. Ma una persona normale ha la giusta diffidenza verso chi non conosce, è questione di agmidala. Il fatto è che molti di quelli che arrivano da noi iniziano cercando di truffarci, dichiarandosi profughi ben sapendo di non esserlo. Poi continuano a insistere con l'aiuto dei collaborazionisti nostrani sfruttando tutti  i cavilli delle nostre norme per rimanere senza averne diritto. Alla fine ricevono l'ordine (o l'invito) ad andarsene e rimangono invisibili per le istituzioni ma ben visibili per i cittadini proprio grazie al colore della loro pelle. Non saranno tutti irregolari quelli che la gente incontra in giro, ma molti lo sono e la gente non sa di cosa vivono ma può ben immaginarselo. E irregolari quando va benissimo sono oneste persone, quando va bene sono solo truffatori e veri delinquenti quando va male. Se poi gli stranieri sono molto presenti nella cronaca nera non si può pensare che la gente sia propensa a considerarli tutti angeli e santi. Se si aggiunge che molti credono in una religione che ammette o impone l'uccisione degli infedeli, gli infedeli non possono certo considerarli amichevolmente. C'è anche chi è convinto che debbano e possano integrarsi con la popolazione esistente. La cosa non  è impossibile ma alquanto difficile con persone che non vogliono  adeguarsi all'esistente ma imporre il loro modo di vivere, spesso in contrasto con il nostro e con la nostra costituzione. L'esperienza fatte in paesi stranieri dove gli immigrati sono alla seconda o terza generazione dovrebbe insegnare qualcosa.  




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