venerdì 10 giugno 2011

Sì, no, nì

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Quando non si trova altro modo per sperperare i soldi dei cittadini s'inventa qualche referendum abrogativo, ben sapendolo abitulmente inutile: anche se si raggiunge il quorum e vincono i SI le cose cambieranno solo per tornare com'erano, sotto altro nome, con una nuova legge o con un trucco qualunque. È bene che non siano solo i politici a decidere (anche la propria remunerazione) ma i nostri referendum oltre che inutili e costosi mi sembrano anche ambigui. "Volete voi che sia abrogato il comma X dell'art. Y della Legge Z ....... limitatamente a ......?" Io sono fra i forse pochi che non sanno cosa dica quel comma oltre a ...... e cosa succede se rispondo SI o se rispondo NO. Quelli come me dovrebbero fidarsi delle parole di politici, giornalisti, "esperti": ma uno dice una cosa e l'altro un'altra e io non so di chi fidarmi e motivatamente non mi fido di nessuno. Per aggiungere inganno a inganno la scelta non si limita ad un SI o ad un NO perché c'è il quorum. Finché tutti gli interessati al quesito andavano a votare o SI o NO non c'è stato problema, ma poi si è scoperto che se dei chiamati al voto i SI sono il 45% e i NO il 35% , se si aggiunge a questi il 20% dei non votanti si ha il 55%  che non dice sì: basta non votare e i SI non passano perché non si supera il quorum. Forse è una furbata, ma votando NO si rischia di far vincere il SI: un'ambigua assurdità, un azzardo incompatibile con la chiarezza di un SI o di un NO. Secondo me si deve o abolire il quorum o abolire il NO o abolire i referendum.


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