venerdì 13 luglio 2018

Google - Tifo - Inglese

minipensieri

Google - È impagabile ma talvolta esagera. Nel sito relativo a Russia 2018 cliccando su un tasto si passava dall'inglese all'italiano. Non so e non amo l'inglese ed ho cliccato. Prima c'era "matches" poi  fiammiferi. Fra i giocatori belgi trovo due fratelli "Rischio", torno sull'inglese e vedo che si chiamano "Hazard".

Tifo - Tifavo la squadra della mia parrocchia non perché era la migliore del torneo, ma perché era la squadra della mia parrocchia. In Russia si sono affrontate le "nazionali" dei vari paesi. Ma se non esistono più nazioni non ha senso parlare di nazionali. Se la nazione francese, inglese, tedesca o belga è rappresentata dalle rispettive nazionali di calcio non ha senso parlare di nazioni, magari di potenze economiche. Ma ci sono ancora squadre nazionali e sono felice che la Croazia si sia qualificata per la partita finale. Ho tifato per l'Islanda che nella rosa aveva solo giocatori col cognome che finiva in "son", presumibilmente tutti islandesi. Ho tifato per il Senegal con tutti i giocatori neri che più neri non si può, presumibilmente tutti senegalesi. Ho tifato per la Croazia con tutti o quasi i cognomi in "ic", presumibilmente tutti croati.
Trovo: "Una nazione (dal latino natio, in italiano «nascita») si riferisce ad una comunità di individui che condividono alcune caratteristiche comuni come la lingua, il luogo geografico, la storia, le tradizioni, la cultura, l'etnia ed eventualmente un governo"
Islanda e Croazia sono piccole nazioni, ma sono nazioni e le loro squadre in Russia sono vere "nazionali". Forza Croazia!

Inglese - Tutti usano vocaboli inglesi, in tutto il mondo si parla inglese. Io non so l'inglese e non voglio saperlo. Io lo odio. Non amo una lingua in cui il parlato assomiglia ben poco allo scritto. Mi sembra una lingua analfabeta, che non usa l'alfabeto per dare un segno ad ogni suono. Le parole scritte possono essere lette in tanti modi diversi. Non so se seguendo delle regole o nessuna regola. Due lingue diverse: una scritta e una parlata. Uno può capire benissimo l'inglese scritto e non quello parlato e viceversa. Chi sa l'inglese capisce entrambi, sa leggerlo e scriverlo. Ma non credo ne siano tutti capaci se fanno gare di "spelling" o compitazione, se il traduttore Google pronuncia King una volta Cing un'altra Ching; se l'insieme di leggi italiane detto "Jobs Act" lo sento dire in Tv nei modi più diversi.
Penso che scrivano come hanno sempre scritto e leggano come usano dire. È come se in  veneto si scrivesse oculus e si leggesse ocio. Praticamente la parola scritta è un ideogramma cui abbinare un significato. Arabi ed ebrei si limitano a non scrivere le vocali e bisogna conoscere la parola che si adatta al contesto. I cinesi scrivono un simbolo che può magari essere letto in modo diverso in regioni diverse.
Gli italiani che usano l'inglese scrivono "over 65" e leggono "over sessantacinque", né italiano né inglese.

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