lunedì 5 febbraio 2018

Rimpatri

Siamo tutti d'accordo: il rimpatrio dei clandestini è necessario, complicato e costoso.
Ora che anche le sinistre si rendono finalmente conto che l'invasione africana non è la benedizione da loro sostenuta fino al tardivo avvento di Minniti credo sia finalmente tempo di cambiare l'approccio al problema.
Pensiamo seriamente ai rimpatri di quelli che sono in Italia senza averne diritto ma troviamo il modo di non farne arrivare altri.
Per cominciare, se ancora succede, evitiamo di incentivare a rischiare il naufragio chi si mette in mare al solo scopo di essere sicuramente salvato: diciamo chiaramente che non lo andremo a raccogliere, che compito della marina militare non è quello di favorire le invasioni ma di difendere l'Italia da esse.
I naufraghi volontari potranno essere salvati da altre navi che ora li portano in Italia. Quelli sulle navi non corrono alcun rischio di annegare e le navi straniere se li portino al loro Paese. Per quelle che arrivano comunque in porti italiani non si dia il permesso di sbarco a persone che non dimostrano la loro identità e il diritto di essere accolte in Italia. Non è proprio il caso di pagare vitto, alloggio e pocket money a chi scientemente dichiara il falso ben sapendo di non avere alcun diritto, senza la garanzia di potere avere il rimborso delle spese indebitamente sostenute.
Non capisco perché in caso di truffa ai danni dello stato i cittadini italiani siano sanzionati e obbligati a rifondere quanto ricevuto mentre i cittadini stranieri possono liberamente infischiarsene e continuare a vivere indisturbati nel Paese.
Ci sarà un motivo se i nigeriani preferiscono rischiare per arrivare in Italia anziché prendere un aereo e sbarcare in Germania: magari o non li lasciano salire o non li lasciano scendere.
Morale: per evitare costosi o impossibili rimpatri l'unica cosa da fare è impedire indiscriminati arrivi.



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