lunedì 17 giugno 2013

Il rastrello

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Quando mio padre diceva "ho lavorato come un negro" credevo volesse dire che aveva lavorato tantissimo. Ora non lo sento dire da nessuno: forse non è politicamente corretto, forse significa tutt'altra cosa.
Città di mare, spiaggia libera: quattro persone con giubbotto arancione come divisa, verosimilmente pagate dal Comune: tre di colore chiaro come me e una di colore nero come i negri di una volta. Mentre l'uomo e le due donne di colore chiaro girano senza fretta per la spiaggia cercando e raccogliendo cartacce et similia lasciate dai maleducati frequentatori della domenica, quello di colore nero va avanti e indietro per trenta metri di spiaggia lontana dal mare, solitamente deserta, trascinandosi dietro un rastrello. Non ho mai visto nessuno usare a quel modo il rastrello, forse è il modo africano, forse laggiù usano i picconi ma non i rastrelli. Comunque sia così faceva, avanti e indietro in un tratto di sabbia di 30 metri che a me pareva sempre quello. Visto che gli altri operatori ecologici raccoglievano con mani guantate la robaccia dei maleducati pensavo che il signore di colore nero facesse altrettanto trascinando svogliatamente il rastrello, ma quando i tre di colore chiaro se ne vanno e lo chiamano e lo aspettano il signore di colore nero si ferma, scrolla il rastrello lasciando cadere sulla spiaggia il raccolto, si mette in spalla l'attrezzo e con flemma li raggiunge. Chissà se mio padre intendeva questo "lavorare come un negro": forse no perché quel signore non era negro ma di colore nero.



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