mercoledì 26 giugno 2019

Porti sicuri

Insomma, sta storia della Libia porto insicuro e Lampedusa porto sicuro mi sa tanto di pretesto.
Se la Libia è quell'inferno che ci dicono non mi spiego perché tanti subsahariani vi vadano. A meno che non si tratti di una tratta, credo possano andare anche in altri Paesi meno infernali. Potrebbero addirittura prendere l'aereo e andare nell'accogliente Francia o generosa Germania, ma vanno in Libia. Ci vogliono andare ma non più ritornarci. Non credo sia mancanza di informazione ma eventualmente di informazioni interessate che li spingono a volere venire in Italia per essere coccolati e poi magari andare illegalmente altrove.
Non mi spiego perché sia invece considerato porto sicuro quello di Lampedusa, di un Paese che definiscono governato da un dittatore razzista, xenofobo e per giunta cristiano. Un paese che, da come lo descrivono, dovrebbe essere evitato come la peste.
Non mi spiego perché una volta arrivati a Lampedusa non siano lasciati in quell'isola dal sindaco tanto accogliente invece di essere scarrozzati gratuitamente in qualche altra località italiana.
Non mi spiego perché a tutti sia concesso di rimanere a carico degli israeliani dichiarandosi richiedenti asilo, dato che tale diritto non matura quando vivono in Italia ma precedentemente alla loro originale partenza.
Non mi spiego perché, accertato che lo chiedono ben sapendo di non  averne diritto, non siano considerati truffatori e condannati a risarcire quanto indebitamente percepito, rispediti donde sono venuti col divieto assoluto di rientrare in Italia per almeno 10 anni e immediato arresto e imprigionamento se non lo rispettano.
Non mi spiego perché la comandante della Sea Wacht non sia processata dalle autorità competenti per il sequestro di 40 persone.
Non mi spiego perché chi occupa abusivamente una casa o arriva clandestinamente in un Paese possa impunemente privare di un diritto chi rispetta le regole.
Chi dice "beh, quaranta persone non fa differenza in un Paese di 60 milioni di abitanti" potrebbe anche dire che un assassinato non fa differenza, ma la legge va fatta rispettare sia che riguardi una o mille persone. Se quelli che hanno governato fino un anno fa avessero fatto con i loro amici quello che chiedono di fare agli attuali governanti non ci sarebbe necessità di farlo.


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