giovedì 6 ottobre 2016

Mare sicuro


Sono partiti su natanti inadatti rischiando molto per venire in Italia, fidando nella dabbenaggine dei nostri vanagloriosi governanti che assicurano il salvataggio quasi immediato e il trasporto su navi sicure. Pagando qualche farabutto pensano d'avere diritto a tutto nel nostro paese e i fatti danno loro ragione. Dicono che vogliono andare in Germania o chissà dove, ma là non li vogliono e restano qui a bivaccare, quando va bene. Di restare non hanno diritto, né gli italiani (tranne quelli che ci guadagnano sopra, per i quali sono una "risorsa")  ne sentono il bisogno e sono centinaia di migliaia in continuo aumento. Se non è già troppo tardi per impedire l'invasione, si cerchi almeno di limitare i danni, si decida di noleggiare una nave passeggeri e li si porti in Germania o in Francia o altrove se li vogliono o li si riporti donde sono partiti, con le buone o con le cattive se possiamo ancora dirci uno Stato o dirci Europa. Non sono riusciti impedirne la partenza e non credo potranno impedirne il rientro con viaggi sicuri, meno costosi della raccolta dei pericolanti nel mare libico e del loro mantenimento sine die. Magari, salvati una o due volte e riportati indietro, capiranno che non vale la pena rischiare per niente o solo per vivere a sbafo qualche settimana. Con una grande nave capace di due mila passeggeri e due o tre viaggi alla settimana, ipotizzando che questo sia possibile, credo non basterebbe un anno per ristabilire lo stato di diritto e riportare in Africa tutti i clandestini ora in Italia, tanto si è lasciato aggravare il problema. Servirebbe molto tempo, ma sempre meno di quello occorrente per rispedirli a casa loro in aereo uno o due alla volta. Ma sicuramente si frenerebbero le partenze e ancor più se si dicesse anche chiaro e netto che la cuccagna è finita, che non si è più disponibili a  fare i salvatori-traghettatori, che nel viaggio di ritorno la nave trasporterebbe in Italia quelli che ne hanno diritto o per essere profughi da guerre o migranti regolari con i necessari requisiti. Scafisti e cooperisti si dovrebbero trovare un'altra occupazione, sempre che non si continui a considerare l'immigrazione sfrenata una inevitabile calamità naturale o una "risorsa", come i terremoti.

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