mercoledì 30 ottobre 2013

Buonissimi

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Buono va bene, ma troppo buono ....."Tre volte bon xe coion" oppure  "tre volte bona xe mona", non molto elegantemente diceva mio nonno. E forse noi siamo tre volte buoni. 
Facciamo i generosi con tutti; beh, i nostri governanti fanno i generosi con i soldi nostri e a nostro rischio,  di noi che non abbiamo le loro tutele e i loro privilegi.
Dicono che siamo messi male, i peggio o quasi in Europa, ma sovvenzioniamo Paesi che stanno meglio di noi.
Dicono che il numero di italiani disoccupati è grande, ma occupiamo un grande numero di stranieri: chissà se perché siamo buoni con loro o perché siamo buoni con noi stessi e ci evitiamo lavori sgraditi.

Da anni ci dicono che gli stranieri svecchiano l'Italia, salvano la sua economia e il bilancio statale:  come se quelli non invecchiassero e genitori, mogli, figli non usufruissero di assistenza sanitaria o altri servizi, come se da decenni non si penalizzasse la procreazione, come se non ci dicessero che siamo quasi al disastro.
Diamo la pensione a chiunque dai più remoti angoli del mondo venga ad invecchiare da noi, magari limitando quella di persone che per tutta una vita hanno lavorato in Italia, anche solo curandosi dei figli.
Pur di assicurare assistenza sanitaria a chiunque passi di qui attendiamo pazientemente speranzosi nelle strutture sanitarie e per stanziare i nomadi chi vorrebbe un alloggio aspetta e spera. 

Lo sanno tutti che siamo buoni, quelli che un tempo volevano invaderci con la forza ora c'invadono usando la nostra bontà, non arrivano più sulle nostre coste con le armi ma si allontanano appena un po' dalle loro rive armati di telefono satellitare e avvertono di andarli a prendere. A volte non chiamano nemmeno, aspettano che andiamo a cercarli. Rischiano, ma anche giocando si rischia di farsi male: se sbagliano i calcoli la barca affonda prima che arrivino i soccorsi, se per farsi notare danno fuoco a barche affogano o se incendiano strutture di accoglienza non sappiamo più dove metterli. 
È cosa buona e giusta dare asilo a chi fugge da guerre, ma con tante guerre e tanti fuggiaschi il rischio è di esserne sommersi: come accogliere 100 naufraghi in una barca che può portarne 10 e Europa che ci impone di prenderli tutti e tiene le sue barche in porto.
Diciamo a tutti che più vengono più siamo felici e orgogliosi della nostra bontà e non importa se non c'è lavoro per chi già c'è e a chi arriva non resta che delinquere o andare altrove. Altrove però non sono buoni come noi e ce li rimandano indietro e così tanti sono costretti a delinquere e allora o si fa finta di niente o si riempiono le carceri. Ma vanno ringraziati, perché così assicurano un lavoro a poliziotti, magistrati, guardie carcerarie, politici, eccetera.
Bontà però non equivale a bravura e per quanto buoni siamo non sempre riusciamo a salvare tutti. Anche perché non è normale che ci sia da fare uno o più salvataggi al giorno, tutti i giorni per settimane e mesi, anche con mare calmo. Il modo migliore per impedire che barche inadatte alla navigazione per vetustà o sovraccarico affondino è non farle partire. Periodicamente dobbiamo verificare l'idoneità delle nostre vetture alla circolazione: se non lo sono non possono circolare. E invece pare che le imbarcazioni dall'Africa più inaffidabili sono e meglio è: per quei trafficanti sono vuoto a perdere, barche e imbarcati. Per loro va anche benissimo che le poche risorse disponibili siano impegnate nella ricerca e salvataggio e non nella lotta alla criminalità.
Chi entra in casa altrui non invitato o senza chiedere e ottenere permesso non è ospite ma intruso, invasore. E come invasori si comportano molti di quelli che arrivano da noi e gli invasori non chiedono ma pretendono. E noi buoni buoni rinunciamo ai nostri valori e alle nostre tradizioni, togliamo i crocefissi, ignoriamo Natale, li facciamo ministri, accettiamo le loro regole  anche se in contrasto con le nostre e loro appena arrivati esigono senza obblighi quello che noi abbiamo ottenuto col lavoro di generazioni.
Noi non respingiamo gli invasori, andiamo a prenderli. Ci lamentiamo che mancano i soldi per il carburante delle auto della polizia ma si trovano per le motovedette che cercano naufragi da recuperare. Per carità, non si deve, non si può lasciare morire la gente nelle catastrofi marine. Ma le catastrofi, gli incidenti sono una cosa che può capitare di tanto in tanto, mentre assicurare l'aiuto appena appena discosti dalle coste di partenza è un invito a fare naufragio: basta un telefono satellitare, una barca che grantisca il pieno di persone anche se non  il galleggiamento, quel po' di carburante per lasciare l'Africa e si è a Lampedusa, in Italia, forse in Europa. Sono quasi tutte barche che fanno tutto da sole senza qualcuno che le guidi: tantissimi passeggeri e nessun marinaio, sarà per questo che sono così insicure.
Gli altri fanno o alimentano guerre e da noi arriva chi ne scappa, a loro i vantaggi a noi le grane. I paesi sorvegliano le loro frontiere per non essere invasi, noi ci preoccupiamo di facilitare gli invasori. Non muoviamo un dito contro chi fa massacri, ma corriamo in aiuto dei massacratori se cambia il vento, ma talvolta capita di poter soccorrere anche le loro vittime.
Siamo buoni, e se la maestra Angela ci dà dei compiti per casa li facciamo, anche se non siamo molto bravi a farli bene.
Siamo buoni buoni buoni, chissà se all'estero se la ridono di  noi solo per via di Berlusconi o anche per il nostro buonismo.




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