mercoledì 21 luglio 2010

Alberto e Andy

Visto che tutti ne hanno parlato, anch'io ne scrivo. In una scampagnata in bicicletta fra amici credo sia normale che se uno fora, gli salta la catena o cade tutti gli altri lo aspettano. In un'amichevole compagnia di ciclisti anche se qualcuno solo non ce la fa a tenere il passo degli altri ci si attende, magari alla fine della salita o della discesa o alla prima osteria: o così o non si è della compagnia. Alberto ed Andy magari possono anche essere amici ma al Tour non stanno facendo una scampagnata: sono con-correnti, ognuno deve semplicemente cercare di arrivare prima dell'altro. Se Alberto avesse messo un bastone fra gli ingranaggi di Andy non sarebbe solo da biasimare ma da metter fuori corsa e dovrebbe vergognarsi. Se Alberto non ce la fa a seguirlo, Andy lo deve aspettare? È sleale approffittare della debolezza altrui? Se uno sbaglia una curva e deve frenare e fermarsi, lo si deve aspettare? Se uno sbaglia a cambiare e la catena s'imbroglia, perché mai lo si dovrebbe attendere? Se ci si deve fermare quando qualcuno ha dei problemi lo si dovrebbe fare sempre, così chissà quando il Tour arriverebbe a Parigi.
Magari è poco credibile che Alberto non abbia visto Andy in crisi per via della catena (ma non cambierebbe niente se fosse stata invece crisi per fame, sete, foratura, indigestione, colpo di sole, innamoramento improvviso, rottura delle braghe, delle scarpe, degli occhiali o qualsiasi altro dei mille accidenti che possono capitare in corsa) ma non ha fatto niente di cui vergognarsi ad approffitarne: non sono ad una scampagnata fra amici.


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