giovedì 7 novembre 2013

Paragoni


«I miei figli dicono di sentirsi come dovevano sentirsi le famiglie ebree in Germania durante il regime di Hitler. Abbiamo davvero tutti addosso.... »" - "Una frase assolutamente fuori luogo per un uomo delle istituzioni". Questo il commento di Donatella Ferranti (Pd), presidente della commissione Giustizia alla Camera. "Che i figli parlando con il padre si paragonino agli ebrei perseguitati dal nazismo - osserva - è aspetto che attiene al privato, ma che Berlusconi lo renda addirittura noto avallando così il parallelo è oltremodo vergognoso".
"Omnia munda mundis" e, al contrario, nulla è mondo per gli immondi: qualunque cosa dica il nemico è sbagliata e subito a dire che sentirsi come si pensa dovevano sentirsi gli ebrei sotto Hitler é delittuoso. Penso che il paragone sia con il clima ostile che le ha precedute e non con le persecuzioni cruente: condannare chi denuncia quel clima è favorirne le conseguenze. È ipocrita considerare Berlusconi "uomo delle istituzioni" solo quando serve a denigrarlo, mentre già lo si vuole e considera di fatto fuori. Ed è semplicemente ridicolo dire che quello che pensano i figli "è aspetto che attiene al privato" dopo che per anni si è portato in piazza tutto il privato possibile ed immaginabile del padre, come se solo le intercettazioni dei discorsi privati vadano rese pubbliche: dirlo senza essere intercettati è un'offesa alle prerogative di magistrati e stampa collegata. Magari i figli di Berlusconi non possono sapere come si sentivano le famiglie ebree in Germania allora, ma chi tanto si scandalizza per il paragone non può sapere come si sente la famiglia di Berlusconi in Italia ora.




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