giovedì 11 febbraio 2010

Giudicare

Avranno mille ragioni i giudici di Firenze, io non lo so e non m'interessa saperlo.
Però ho uno strano convincimento: penso che fare il giudice in Italia sia il lavoro più bello del mondo.
C'è gente che si alza al mattino e deve affrontare mille problemi: le commesse che non arrivano, i dipendenti insoddisfatti, la concorrenza, i macchinari, i debitori e i creditori, il malato da curare o da operare, il camion da guidare, la verdura che marcisce, le gelate; chi ha qualcosa da fare ha la possibilità di sbagliare , ha le molte leggi e confuse da rispettare, il timore di non riuscirci e di dovere pagare. Ma non i giudici. Se ne stanno in attesa di cogliere qualcuno in fallo, senza doversi preoccupare di eventuali possibili errori: se sbagliano non pagano, paghiamo. Mi fanno pensare a quei pensionati che se ne stanno a guardare il lavoro degli altri, pronti a criticare questo e quello, senza far altro che giudicare. E se, tanto per provare, si invertissero i ruoli, se chi lavora giudicasse e chi giudica lavorasse?


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