Sei anni di governo non sono bastati per affossare l'Italia ma sono stati sufficienti per disgustare almeno il 37% degli italiani che il 4 marzo 2018 hanno potuto esprimersi col voto. Sicuramente in percentuale maggiore nella parte dell'Italia che più produce reddito e entrate fiscali, in percentuale sicuramente minore nell'Italia che più di quell'entrate trae beneficio.
Naturalmente la cosa non è piaciuta a chi doveva la sua elezione a una parte del rimanente 60%. Così ha ritenuto opportuno non affidare l'incarico di cercare una maggioranza a chi aveva il 37% dei voti e darlo al partito che aveva il 33%, fiducioso che con il 19% ottenuto dai suoi elettori l'avrebbero trovata.
Ma a quel tempo il PD non se l'è sentita di unirsi al M5S dopo che per anni si erano vicendevolmente insultati e così dopo lungo travaglio nacque il governo M5S+Lega. Era evidente a tutti che non poteva durare e non durò.
Ma l'eletto non se la sentiva di dare un dispiacere ai suoi elettori, preferiva darlo agli italiani escludendoli dalla possibilità di esprimersi col voto.
E accadde l'incredibile per le persone con un minimo di coerenza, per quelle persona che non s'erano accorte che il signor Matteo Renzi è coerente con un solo principio: non essere mai coerente e fare sempre il contrario di quello che dice.
Così avendo fino al minuto prima esclusa la possibilità di governare col M5S ha fatto una capriola acrobatica e si espresso a favore di un governo PD+M5S. Sete di potere e paura di perdere i benefici parlamentari hanno fatto il resto ed è nato l'attuale governo, naturalmente con la benedizione di chi può benedire. E subito dopo Renzi ha creato un suo partito per governare e ricattare il governo.
Ovviamente di avere l'approvazione dei cittadini nemmeno pensarlo: è troppo democratico e in contrasto con gli interessi di quelli che si ritengono e proclamano essere i soli veri democratici.
Bene che potesse andare del voto agli italiani si poteva parlarne solo dopo avere distribuito le dirigenze governative e avere eletto il nuovo Presidente della Repubblica che, per consuetudine, deve sempre essere di una precisa parte politica.
Poi è arrivato il CoVid-19. Una benedizione, l'occasione buona per provare un regime autoritario tanto caro ai governanti e rimandare sine die la tornata elettorale.
Con la valida scusa dell'epidemia si pretende la collaborazione, ossia l'accettazione incondizionata di ogni provvedimento del governo, l'ubbidienza a ogni decreto del vicerè UE per l'Italia, la sospensione di diritti costituzionali. Di comizi elettorali e di elezioni se ne potrà parlare solo a virus debellato, verosimilmente mai più.
Chissà se l'Italia sarebbe sopravvissuta a 12 anni di governi oppressivi, chissà se potrà sopravvivere a questi governi e al coronavirus.
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