Coerenti col loro concetto di democrazia sono convinti che la maggioranza non solo ha sempre ragione, ma anche che ragiona sempre giustamente.
Se in una comunità di 100 persone solo una si guadagna il pane lavorando è per loro giusto ed equo mettere ai voti chi deve sfamare l'intera comunità e se 99 si esprimono perché sia quell'unica persona quella sia.
Se invece sono in due che sfaticano per guadagnare qualcosa ma uno lo fa 8 ore al giorno per guadagnare 100 e l'altro il doppio per guadagnare il doppio, 98 persone voteranno per far pagare tutto a quei due. Ma per via dell'equa progressività il secondo pagherà più del doppio e magari per via dell'eguaglianza se chi guadagna 100 paga 50 chi guadagna 200 pagherà 150 ed entrambi potranno disporre per se e famiglia di 50: perfetta parità.
E cosi pensano che chi oggi guadagna più di 80.000 euro (all'anno? al mese? al giorno?) sia tenuto a un contributo di solidarietà, parola eufemica anche se non in inglese.
Dicono che riguardi solo l'1% degli italiani e come al solito una cosa è equa e giusta non per quello che è ma solo in base a quanti favorisce o danneggia. Questione di voti. Naturalmente il restante 99% è disposto a prenderla per buona, pensando che in fin dei conti non lo riguarda. Però qui si sbaglia: se oggi guadagna 40.000 euro ed è senz'altro escluso dal balzello magari con l'inflazione galoppante fra 10 o 20 anni saranno 80.001 nominali ma in realtà meno dei 40.000 attuali e, siccome la soglia sarà sempre quella, verrà tassato. Poco male se paga solo sulla parte eccedente, ma se è su tutto saranno guai. Sta già succedendo con la tassa sulla salute eufemisticamente detta ticket.
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