Forse veramente coloro che vogliono colpire le rendite con alte aliquote d'imposta mirano ai grandi abili fortunati speculatori e non a chi risparmiando mette da parte qualcosa.
Ora non ne sento molto parlare: se le vacche son magre, c'è poco da mungere.
Mettiamo che chi aveva impegnato 100 in fondi comuni ora abbia necessità di contanti e li venda a 50. Affari suoi, diranno.
Mettiamo che domani possa investire di nuovo 100 e fra qualche anno vendere a 150: se il giusto prelievo fiscale è il 40% dell'incremento riceverà 130 netto. In totale avrebbe speso 200 e ricevuto 180: magari allora con 100 poteva comprare un monolocale, ora con 180 no.
Se invece di 200 fossero 200000 e 180000 invece di 180, la sostanza non cambierebbe: molto di più in euro, ma lo stesso in percentuale.
E' così? E se è così è giusto pagare imposte quando in realtà c'è stata perdita?
Coerentemente chi pretende partecipazione agli utili dovrebbe partecipare anche alle perdite; ma chi può non ci sta: se c'è da mangiare mangio, se c'è da pagare paghi.
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