Può capitare che ognuno di due coniugi sia esclusivo proprietario della casa in cui ha la residenza anagrafica e vive gran tempo. Se pensano di considerare l'unità familiare per tassare una delle due come seconda casa sarebbe opportuno ed equo che l'unità familiare sia sempre considerata e non, come avviene anche per l'esenzione dal ticket, solo quando conviene al fisco e danneggia la famiglia.
Se si considerano i coniugi famiglia titolare di due case per far pagare l'IMU sulla seconda si devono considerare di unica famiglia anche gli eventuali apparecchi tv e non far pagare due tasse RAI.
Lo stesso deve valere anche per le spese detraibili. Invece oggi, per esempio, le spese di ristrutturazione fatte nella casa di un coniuge incapiente non sono detraibili dal coniuge "non convivente", cioè con residenza anagrafica diversa. Incapiente è chi ha basso reddito, tale che l'Irpef lorda dovuta non supera le detrazioni cui, come tutti, avrebbe diritto. Lo stesso vale per altre spese comportanti riduzione d'imposta. Quando conviene al fisco non c'è unità familiare e ognuno dei coniugi è soggetto autonomo. E così capita che un coniuge è troppo povero per godere delle detrazioni o troppo ricco per potere essere considerato a carico dell'altro o "non convivente" e la famiglia ci rimette. Per essere ricco e autosufficiente bastano 7,78€ al giorno, neanche un quarto di quello che costava un migrante. Non meraviglia se scarseggiano matrimoni e figli.
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