- Giobatt - Jobs Act o Giobatt. Non so cosa sia e non voglio sapere. Se leggo Jobs Act penso sia una cosa che riguarda il lavoro in qualche paese anglosassone e magari gli italiani che lì vanno a lavorare e io non sono fra quelli. Se sento Giobatt penso a una forma lombarta per Giovanni Battista e io non sono lombardo nè mi chiamo Giovanni.Se fosse una cosa che riguarda l'Italia e il lavoro in Italia sicuramente avrebbe un nome italiano a meno che non riguardi esclusivamente lavoratori africani di lingua inglese e io non sono africano.
- Numeri - Non moltissimi anni fa politici, sindacalisti,
amministratori si interessavano e si preoccupavano se chiudeva
un'azienda con una trentina di dipendenti. Trenta disoccupati in più
erano un problema, anche se alla comunità costavano poco o niente. Oggi
l'arrivo di 3300 disoccupati non fa nemmeno notizia. È come se
chiudessero 100 di aziende come quella, ma ci siamo abituati all'arrivo
quotidiano di centinaia di disoccupati al giorno che ci preoccupiamo di
accogliere e mantenere, con costi economici e sociali molto più
pesanti dei licenziati d'allora e d'oggi. Dicono che è un fenomeno inarrestabile, specialmente se non si
vuole fermare anche perché fa comodo a chi ci governa e ai suoi
clienti. E così la nostra marina non serve più per contrastare le
invasioni, ma per favorirle e contribuire alla più grande invasione
musulmana dell'Europa dai tempi di Maometto. Pare che così sia
considerata dagli islamaci quella che noi ci ostiniamo a chiamare
accoglienza e che eventuali non islamici scoperti nei barconi ne siano
stati estromessi. E la nostra marina non va per salvare eventuali
naufraghi di eventuali possibili naufragi, ma va per traghettare in
Europa chiunque possa permettersi la spesa di mettersi in mare. E poi ci
meravigliamo se l'Europa rifiuta di collaborare: li andate a prendere?
Teneteveli. Doveroso salvare vite in pericolo, ma magari poi farci
rimborsare le spese di salvataggio e riportarli in Africa o anche in
Patagonia, nella terra di Francesco papa. E inveve no: ce li portiamo in
Italia, liberi di andare dove meglio credono o di essere a nostro
carico per anni. Basta alzare la manina e chiedere asilo. Non importa se
se ne ha sì o no diritto, basta chiedere e automaticamente si resta a
carico dei contribuenti italiani per lungo tempo. Se poi risulta che
profugo non sei non cambia nulla, al massimo perdi il mantenimento se
proprio non riesci a fare domanda sotto altro nome.
Considerate le opportunità offerte è facile per gli africani pensare che il rischio sia sovrabbondantemente compensato dai benefici, che il gioco valga la candela.
domenica 23 ottobre 2016
Numeri - Giobatt
minipensieri
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