venerdì 21 agosto 2015

Legge del mare

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Dicono che la "legge del Mare" impone di salvare chi rischia di annegare. Sicuramente sarà così: se si può impedire la morte di qualcuno la si deve impedire. Se una nave si trova nelle vicinanze di un naufragio deve cercare di arrivare quanto prima a prestare soccorso. 

Secondo i cinesi, quando salvi la vita a una persona ne sei responsabile per sempre. Chissà se anche chi salva qualcuno in mare deve portarselo a casa e provvedere alla sua restante vita. 

Magari i naviganti devono ignorare del tutto perché sono in mare e dedicarsi esclusivamente alla ricerca di persone in pericolo: niente trasporto marittimo, niente difesa costiera, niente pesca ma solo salvataggi e trasbordi da imbarcazioni inidonee. Se quattro sconsiderati, partiti in barchetta da Lisbona per andare alle Azzorre o a Rio, a qualche miglia dalla costa portoghese segnalano via telefono satellitare di essere in difficoltà, magari la legge del mare impone che da tutti i porti della costa dell'Atlanico orientale partano navi per soccorrerli e la prima che arriva li salvi e li porti alle Azzorre o a Rio, facendoli poi giungere a Brasilia se lo desiderano. O magari invece dispone che i quattro siano puniti per aver messo in pericolo la vita loro e quella di soccorritori e siano riportati donde sono partiti e scontino la pena. 

Certo si deve prestare soccorso in caso di naufragio o avaria: sono cose che normalmente succedono, ma non tutti i giorni. Quasi mai si sente di soccorsi nel Mediterraneo a pescatori in difficoltà, ma ogni giorno si sente di soccorsi a mezzi carichi di sedicenti profughi. O i pescatori  sono molti di meno o gli altri sono decisamente sfortunati o  incapaci o ci prendono in giro. 

Se sulle nostre strade un mezzo viaggia sovraccarico, con le gomme consumate e altre manchevolezze credo venga fermato, impedito a proseguire e sanzionato: se invece viaggiasse per mare ci si preoccuperebbe solo di portare a destinazione le merci gratis?

Certo non si possono sempre evitare pericoli in mare, ma si può almeno cercare di non provocarli. Anziché impiegare uomini e mezzi per salvare chi si caccia nei guai sarebbe meglio impiegarli per evitare che si caccino nei guai: se si sa che su una strada incombe una frana conviene impedirne l'accesso invece di consentirlo e aumentare il numero dei soccorritori pronti a salvare gli improvvidi.

Ma qui entra in ballo un'altra legge: quella dell'accoglienza ai profughi. Pare valga per tutti quelli che non arrivano per turismo o affari la presunzione che siano profughi da qualche guerra, indifferentemente vittime o carnefici. Magari vale anche per quelli che si rifiutano di essere identificati e che buon senso vorrebbe  fossero semplicemente riportati donde sono partiti, con le buone o con le cattive, col consenso o meno di chi non ha impedito la partenza e non ha titolo per impedirne il ritorno.




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