mercoledì 14 gennaio 2009

Non é tutto oro.

Alcuni dicono che gli immigrati sono la rovina del Paese, altri, specialmente loro stessi, che ne sono la salvezza. Per i primi sono nullafacenti criminali, per i secondi lavoratori indefessi che arricchiscono il paese, senza i quali le fabbriche chiuderebbero, le casse pubbliche sarebbero vuote, il paese sarebbe di soli vecchi.
E' vero, una parte di loro da qualche tempo paga tasse e contributi, come da decenni hanno fatto generazioni di italiani; é vero che mettono al mondo più figli, quello che gli italiani non fanno anche per una dissennata politica fiscale da sempre tendente a penalizzare la famiglia tradizionale (vedi 1 , 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13).
Faranno anche lavori che gli italiani non vogliono fare, ma quanto prima vorranno essere come gli italiani e non fare quei lavori, per i quali arriverranno nuovi immigrati, sovrabbondanti.
Pagano tasse e contributi, ma forse anche loro invecchiano e vorranno la pensione, anche loro hanno figli da mandare all'asilo, a scuola, all'università, anche loro si ammalano e abbisognano di cure, anche loro usano le strade, e sono solo una parte, mentre per un'altra parte necessitano carabinieri, polizia, giudici, carceri, guardie carcerarie e si ha diffusione di droga, prostituzione, incidenti stradali, prepotenza, arroganza, disprezzo per i nostri valori.
Limitandosi al fattore economico, bisognerebbe fare bene i conti prima di vederli come salvatori: non è sempre oro tutto quel che riluce.
Fatico capire perché ci sia tanta necessità di creare in Italia nuovi posti di lavoro se non ci sono italiani disposti a lavorarci e si crea altrettanta necessità di avere nuovi immigrati, con tutto il gran bene e il poco male che comportano solo se sono adeguatamente sfruttati.
Penso che gli immigrati siano come il sale nel pane: nella giusta misura lo rende migliore, se si esagera è da buttare. I toscani lo preferiscono sciocco, ma non sempre si può scegliere.


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