Cerco, con buona volontà, di capire perché la scelta di questo signore possa comportare conseguenze paragonabili a quelle derivanti a suo tempo dalla scelta di Elena.
Credo che le cose stiano così:
- il presidente della Commissione di Vigilanza sulla RAI-TV è scelto da una commissione che decide a maggioranza qualificata;
- la maggioranza é qualificata per garantire una scelta gradita anche all'opposizione;
- sembra evidente che tale norma miri all'accordo e non allo scontro, alla scelta di persona a garanzia non a dispetto;
- per consuetudine la maggioranza accettava il candidato dell'opposizione e questa, credo, nello spirito della norma non candidava persone inaccettabili;
- così, a parti invertite, si è comportata recentemente la maggioranza in occasione della scelta per altro incarico istituzionale;
- la minoranza, adducendo un diritto consuetudinario, ha insistito su un candidato ritenuto inaccettabile, creando una prolungata fase di stallo;
- per uscire dallo stallo, nel pieno rispetto della legge, è stata scelta una persona appartenente, secondo la prassi, alla minoranza. Il dottor Villari, appunto.
- la maggioranza vada incontro alle richieste della minoranza e questa non faccia altrettanto;
- si gridi al "regime" quando viene applicata la legge esistente, osservando per quanto possibile anche la prassi;
- si consideri arrogante chi non cede all'arroganza altrui;
- si gridi al tradimento se uno mette in pratica le promesse elettorali, pensando al Paese;
- se si vuole che il presidente della commissione sia persona scelta esclusivamente dall'opposizione, non si traduca la invocata prassi in legge, chiaramente valida per tutti e in ogni caso.
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