Mio padre era un gran tifoso del Vicenza calcio. Era quello che mezzo secondo dopo il fischio di fine del minuto di silenzio urlava a gran voce "FORZA VICENZA". Sarà per questo che io al contrario non mi sono mai interessato di calcio e solo in questi giorni ho scoperto che un giocatore che non passa il pallone a compagni viene detto "veneziano", “probabilmente dalla frase veneta: 'faso tuto mi' (faccio tutto da solo), divenuta quasi proverbiale”. Non so quanto vera sia questa fama, ma sicuramente è molto diffusa.
Ora che, stanco ancor prima di iniziare, non faccio praticamente più nulla, ripensando al passato mi pare di essere stato abbastanza un buon veneto. Quand'ero bambino mi dicevano che ero un rompi tutto. Ero terzogenito e molto di quello che ereditavo da mio fratello maggiore finiva rotto, per sua vetustà o mia curiosità. Non è che rompessi tutto, ma verosimilmente cercavo di riparare tutto, il più delle volte senza successo. Per aggiustare bisognava rompere e spesso finiva tacon pexo de sbrego.
Ma mia moglie la vede diversamente. Ci conosciamo da settanta anni e per lei non sono un rompi tutto ma un possibile aggiusta tutto. Biciclette, rubinetti, elettrodomestici di tutti i tipi sono sempre stati oggetto delle mie attenzioni curative, con discreto successo. E così quando qualcosa non funziona mia moglie si rivolge a me sperando che trovi una soluzione, rassegnata a fare l'eterna bocia. Come bocia è impareggiabile, ma si lamenta con ragione che le chiedo troppo.
Le soluzioni talvolta erano strambe. Quando si girava con la tenda facevo gran uso di elastici ricavati da camere d'aria di bici o moto. In casa molti problemi risolti con i cartoni del latte a lunga conservazione, altri con stuzzicadenti, altri con scatole di latta. E occasionalmente ci sono state anche le grandi opere: piastrelle, arredo del bagno, librerie, parte di arredo dello studio, arredo del cucinino e altro.
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