Elsa Fornero
"C'è chi ama il proprio lavoro, come i professori". Ci mancherebbe. Come potrebbero non amare un lavoro dove possono fare quello che vogliono, lavorare poco o tanto come gli aggrada, avere tutto il tempo per potere lamentarsi del loro stipendio, magari non altissimo se confrontato con quello dei colleghi europei, ma molto più alto di quello di tanti lavoratori italiani che glielo pagano. In effetti non ci sono molti professori che cambiano lavoro anche se sono precari: è difficile rinunciare a quel per loro basso stipendio per fare un lavoro pagato meno per lavorare di più.
È normale?
Nessuno ne parla, forse tutti ritengono normale che mentre il costo della vita da dicembre 1993 a dicembre 2019 è aumentato del 62,3% i limiti di reddito previsti per scaglioni Irpef, detrazioni ed esenzione fiscali sono rimasti quelli calcolati nel 1993 senza alcun adeguamento al diminuito potere di acquisto. In pratica è un modo fraudolento per abbassare di fatto limiti, per far pagare più tasse non in ragione alla maggiore capacità contributiva.
Considerando la capacità contributiva equivalente al potere di acquisto, se nel 1994 si avevano aliquote più basse, detrazioni o esenzioni fino a capacità contributiva 100 nel 2020 si hanno solo fino a capacità contributiva 61,6, quindi si pagano più tasse con minore capacità contributiva. E poi dicono che non hanno aumentato le tasse quando in realtà uno paga sicuramente di più se ha mantenuto il suo potere d'acquisto e anche se è diminuito meno del 38,4%.
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