lunedì 3 dicembre 2018

Accenti


Da quando sulle tastiere esiste è e é, da quando il correttore automatico lo segnala è errore scrivere perchè e non perché o é invece di è. Un errore piuttosto recente, direi. 
Nessuno dei miei insegnanti d'italiano e credo nessuno degli scrittori italiani distingueva prima nelle parole italiane accenti gravi, acuti, circonflessi o altro, salvo rare eccezioni. C'erano solo parole senza accento e parole con l'accento. Scrivendo a mano sulle parole accentate si faceva un segno sopra l'ultima vocale, un segno come veniva. Scrivendo a macchina se c'era si usava la vocale accentata, ma il più delle volte non c'era e si usava l'apostrofo. Con lettere maiuscole, a  macchina o in stampatello era sempre apostrofo. 
La distinzione tra è verbo e e congiunzione per noi veneti veniva facile: era con l'accento se significava xe altrimenti era senza accento. Come non confondevamo ha verbo con a preposizione: era ha se significava ga altrimenti era a.
Mi sembra un po' pretestuosa tutta questa attuale pignoleria su è e é. Giusto che i dizionari segnalino le vocali chiuse e quelle aperte, non solo quelle finali. Ma nella scrittura normale si usa l'accento solo nella vocale conclusiva e poteva andar bene come si faceva prima dell'avvento di computer, smartphone, tablet. 
Diverso e più complicato sarebbe se non si mettesse solo l'accento finale, come in francese (con l'accento tonico sottinteso sempre sul'ultima sillaba) o in spagnolo per l'accento tonico che non cade sulla penultima sillaba. Forse sarebbe opportuno fare anche noi come gli spagnoli, almeno per i nomi propri: si potrebbe evitare di sentire Gàglianico, Carcàre, Pàdoan per Gaglianìco, Càrcare, Padoàn.  

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