Rio - Olimpiadi - Ubiquità
minipensieri
- Rio - Mentre a nostre spese l'ineffabile Presidente del Consiglio dei Ministri e segretario del Pd se ne sta a Rio per godersi le Olimpiadi con la famiglia e a mandare sms agli italiani pertecipanti, a Ventimiglia un poliziotto muore di stress.
Il nostro si vanta tanto di salvare vite umane: ma gli interessano solo quelle straniere, che se poi causano la perdita di vite umane italiane non lo tocca.
Resto sempre del parere che non è proprio il caso di impegnare la marina militare a raccogliere e traghettare tanti intrusi. Giusto salvare chi si trova involontariamente in pericolo d'annegare e portarlo sulla terraferma, ma non può essere necessariamente terra italiana. Non può essere a carico dei contribuenti italiani raccolta e mantenimento di chiunque lo voglia o il raro rimpatrio. Visto che Renzi proprio non può rinunciare a portare in Italia quanta più gente può, almeno non sprechi uomini e mezzi per impedire a chi vuole di andarsene in Francia: ci pensano i francesi a impedirlo. Noi sicuramente non impediremo l'eventuale rientro come non impediamo l'arrivo e non li riportiamo donde arrivano.
Siamo accoglienti e buoni, molto buoni e "tre volte bon xe mona", come diceva mio nonno.
- Olimpiadi - Un tempo mi entusiasmavo o soffrivo per le vittorie o le
sconfitte di squadre o giocatori italiani nei confronti sportivi
internazionali: mi rappresentavano e mi inorgoglivo sentendoli
connazionali, sangue del mio sangue. Ancor più succedeva se erano della
mia regione o della mia città o della mia parrocchia. Ora capita che
molti atleti "italiani" lo siano solo per interesse o passaporto altri
solo perché l'Italia s'è allargata ma abitualmente parlano tedesco o
altro e non mi appassionano più dei non italiani. Se non siamo bravi in
qualche sport rassegnamoci, ma non vantiamoci di vittorie "italiane"
come fossero degli italiani quando in realtà non lo sono, sarebbe come
inorgorglirsi del Prosecco veneto prodotto da neozelandesi in New Zealand.
- Ubiquità - Altro che sant'Antonio da Padova o António de Lisboa! Matteo Renzi deve avere il dono dell'ubiquità: non riesco mai a sapere dov'è, dov'è stato e dove sarà, ma sicuramente a qualsiasi ora lo vedrò e lo sentirò parlare in tv. Se non ha il dono dell'ubiquità per se e famiglia chissà quanto ci costano i suoi continui viaggi. Va bene che è un "pressarolo", uno che va di fretta, ma magari invece ha solo paura di finire il mandato senza aver ben bene sfruttata l'occasione di girare in lungo e in largo il mondo a spese nostre.
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