Accento - Non mi spiacerebbe che anche in italiano ci fosse l'obbligo come nello spagnolo di mettere l'accento tonico sulle parole che non seguono una regola generale. La regola potrebbe essere che l'accento tonico cade sulla penultima sillaba per parole terminanti in vocale, sull'ultima per quelle terminanti con consonante: patata (patàta), banane (banàne), cavallo (cavàllo), professor (professòr). Ma anche se non obbligatorio non sarebbe male si usasse metterlo nei nomi propri. Così non direbbero Gagliànico per Gaglianico (Gaglianìco) e non avrei detto Carcare (Carcàre) per Càrcare, Mallare (Mallàre) per Màllare, Pallare (Pallàre) per Pàllare mentre per il vicino Altare (Altàre) nessuno dice Àltare. Se fosse obbligatorio mettere l'accento sull'eccezioni alla regola tutti direbbero Padoan e per farsi chiamare Pàdoan il ministro o i suoi antenati avrebbero dovuto richiedere al Prefetto di cambiare il cognome "perché ridicolo o vergognoso o perché rivela l’origine naturale o per motivi diversi da quelli suindicati".
Balle - "Un'ora di luce in più e centinaia di milioni di euro spesi in meno". Balle: il sole arriva un'ora dopo e la luce elettrica sta accesa un'ora in più.
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