minipensieri
Da moltissimo tempo penso che le regole in Italia siano fatte per non essere rispettate. Ieri ne ho avuto conferma guardando la TV. Non ricordo bene di cosa si trattasse, forse una riunione di esponenti PD, quelli che come aprono bocca gli esce la parola "legalità" o "rispetto delle regole" o cose simili. In primo piano una porta chiusa con una grande scritta "VIETATO ENTRARE" e basta. Arriva una signora, apre la porta attraverso la quale si vedono molte persone impegnate in qualcosa che sembra importante, entra. Ha ignorato il divieto come tutte quelle persone che là si trovavano, se non erano entrate da altra porta. Si dirà che avranno avuto il permesso di entrare. C'è sempre qualcuno che è più uguale degli altri, a quanto pare: anche nei più nobili consessi. Se il cartello dice solo "VIETATO ENTRARE" io capisco che vale erga omnes, che nessuno deve entrare, che magari oltre quella porta c'è il vuoto, il precipizio o il baratro dal quale ci salvò Monti. E invece qualcuno o chiunque può infischiarsene del cartello: questo è un esempio di come sono scritte e fatte rispettare le norme da noi. Se il divieto valeva solo per le persone non autorizzate bastava scrivere "VIETATO ENTRARE se non autorizzati" o altro che precisasse che il divieto non era assoluto. Altrimenti o chiunque entra viola la norma o nessuno è o si sente tenuto a osservarla, come capita quasi sempre.
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domenica 15 giugno 2014
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