martedì 29 gennaio 2008
Che pensa Prodi
Mi piacerebbe sapere cosa pensa del governo Prodi 2 il signor Romano Prodi. Non quello che dice, il solito autoincensamento, ma quello che veramente pensa di questa sua esperienza. Prometteva ai suoi elettori un governo serio, la serietà al governo. Tralasciando il libro dei sogni chiamato programma, inizia incontinente con festeggiamenti ancor prima di sapere se davvero aveva vinto le elezioni, esulta per quello che proclama una vittoria mentre a tutti appare come un sostanziale pareggio, che solo grazie alla tanto deprecata legge elettorale vale una vittoria. Continua formando un governo Arlecchino, con un Pecoraro Scanio dalla mimica pulcinellesca, un Di Pietro dall'ingarbugliato eloquio e una pletora di sottosegretari a raffazzonarlo. In una situazione seria, cioè grave, con leggerezza e superficialità rifiuta la collaborazione offerta dagli avversari, soccombenti sì ma con alle spalle il 50% degli elettori meno qualche centesimo. Di serio, anzi di preoccupante, c'è solo l'occupazione sistematica di tutte le poltrone disponibili col duplice scopo di accontentare le varie componenti della sua armata Brancaleone ed escludere gli avversari. Dopo avergli suggerito lo slogan "la serietà al governo" qualcuno deve avergli pure suggerito di sorridere: e lui sorrideva davanti alle telecamere, con un inqualificabile sorriso senza denti, in una faccia quadrata mentre la gente non capiva di che sorridesse quando c'era poco da ridere, sul serio. Probabilmente Berlusconi non era serio ma almeno talvolta faceva sorridere; Prodi diceva di essere serio ma faceva solo piangere, tristemente.
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