sabato 24 ottobre 2015

Leggi e Giudici

minipensieri

 È come se Tizio, rispettando le leggi italiane, viaggiasse col suo TIR sulla corsia destra dell'ampia diritta strada mentre Caio, venendo su una piccola utilitaria dal lato opposto, violando le norme si spostasse sulla corsia di Tizio e nell'inevitabile scontro morisse e Tizio venisse incriminato per omicidio colposo, se non volontario.
Tizio sta nella sua casa non violando alcuna norma, Caio violando la legge vi si introduce per commettere qualche reato (furto, rapina, ferimento, uccisione) e se Tizio cerca di impedirlo e lo ferisce o uccide viene incriminato e magari obbligato a risarcire il danno arrecato al malfattore. Mai presunzione di legittima difesa, di innocenza fino a prova contraria, mai che il malfattore venga condannato a risarcire i danni morali e materiali (choc, prigione, spese legali, danni alla proprietà, ecc.) che reca alla sua vittima. O le leggi sono sbagliate (e vanno cambiate) o i giudici sbagliano nell'applicarle (e devono risponderne).
Se Caio rispettava il divieto di stare in Italia, se rispettava il divieto di rubare o commettere altri reati, se lo Stato avesse garantito il rispetto di questi divieti, se i giudici l'avessero condannato per i reati precedenti, se la condanna fosse stata rispettata, Tizio non se lo sarebbe trovato in casa di notte e se ne sarebbe stato tranquillo a casa sua, rispettando la legge, con la pistola nel cassetto, senza dovere difendersi da un malfattore, senza avere sensi di colpa, senza essere presunto omicida.




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