"Chi ga d'avere ga da dare", chi deve avere deve dare, diceva mia mamma. Sembra che questo stia deventando la regola: gli aguzzini fanno causa alle vittime per un risarcimento e spesso trovano un giudice che lo accorda, per senso di giustizia, per scelta ideologica o per viltà.
Ormai il senso di impunità è talmente diffuso che chi va a rubare chiede il risarcimento se si rompe un braccio cadendo inciampando in un giocattolo di bimbo e il brutto è che capita che il mancato derubato lo debba pagare.
I familiari di quella brava persona armata di Kalašnikov che mentre svolgeva il suo lavoro di rapinatore in una gioielleria di Ponte di Nanto ha avuto un mortale incidente chiedono l'indennizzo: non sarebbe invece più giusto che pagassero loro un indennizzo per i guai che il congiunto ha procurato a quei delinquenti che per vivere fanno i benzinai o lavorano in una gioielleria?
Da "culla del diritto" l'Italia è diventata "culla del rovescio", purtroppo.
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lunedì 9 febbraio 2015
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