Non ci volevo credere. Come quando ho visto alla TV l'aereo infilarsi in un grattacielo e credevo fosse un film o telefilm, una fiction come si dice. Non mi sembrava pensabile che il maggior partito italiano venisse escluso dal partecipare al voto. Non mi pareva possibile e invece era vero, magari per una impensabile sua leggerezza e non per una furbizia altrui, ma era vero.
D'accordo, ci sono regole e vanno rispettate; ma ci sono regole prioritarie su altre e certe volte usare il buon senso è meglio del rispettare rigidamente le regole. Se la regola dice di tenere la destra ma la strada a destra è franata, forse non è male ignorare la regola e spostarsi cautamente sulla sinistra se la sinistra è libera. Io vorrei che tutti rispettassero le regole ma vorrei anche che tutte le regole fossero rispettabili e non assurde come purtroppo spesso succede: un cartello che limita la velocità a 30 km/h dimenticato dopo i lavori in una strada diritta fra le risaie, larga e ben asfaltata, è un invito a non rispettare la norma e magari tutte le norme.
Mi sembra strano affermare che in democrazia le regole vanno rispettate escludendo dalla competizione il più forte dei partiti avversari. Chissà perchè un simile comportamento mi ricorda paesi come la Repubblica Democratica Tedesca: si definiva democratica e la democrazia consisteva nella possibilità di votare un partito, un solo partito senza concorrenti.
Mi ricorda anche il Fisco italiano che per un cavillo formale nega agevolazioni cui di fatto si avrebbe diritto, che considera conviventi persone che hanno residenza anagrafica nello stesso Comune pur vivendo di fatto l'una a Canicattì e l'altra a Pizzighettone e non conviventi due coniugi che vivono nello stesso appartamento, a volte nel comune di residenza dell'uno e altre in quello dell'altro. Giusto dire che tutti devono stare alle regole, ma preferirei che fossero applicate "cum grano salis" per tutti, siano cittadini che presentano la denuncia dei redditi o politici che presentano le liste.
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