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Il grande sacrificio dei parlamentari: accantonare per il futuro gli aumenti che per legge (fatta da loro) gli sarebbero spettati adesso. Questo mi par di capire sia il risultato dopo commissioni ad hoc, complicati indagini e difficili calcoli: avevano bisogno di mesi di tempo per riuscire a trovare il modo di fregare gli italiani. È vero che l'importo cui "rinunciano" è molto di più di quello (tardivo e inadeguato) cui io devo rinunciare per il non adeguamento della mia pensione al costo della vita, ma quello che per loro sarebbe stato solo un accessorio per mia moglie sarebbe triplicare la sua pensione netta. E nemmeno si vergognano di chiederle ulteriori sacrifici: la democrazia costa, dicono. La domanda é: se gli evasori per viver bene rubano agli italiani, loro cosa fannno?
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martedì 31 gennaio 2012
lunedì 30 gennaio 2012
Codardia
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Per Der Spiegel siamo una razza di codardi. Sicuramente non siamo tutti eroi e anche i tedeschi magari qualche vigliacchetto che faceva o lasciava morire donne e bambini inermi l'hanno avuto anche loro.
Vigliacchi non sono mancati nella nostra storia più o meno recente, da quel che si dice di Maramaldo alla fuga di Vittorio Emanuele III e fra i contemporanei non mi pare che siano solo comandanti di nave ad abbondanare il loro posto. I nostri politici, per esempio, appena visto che il loro lavoro non comporta solo lauta remunerazione ma anche qualche impegno hanno lasciato il campo libero ai tecnici, quel tale che un giorno sì e l'altro pure chiedeva, pretendeva, brigavava in Italia e all'estero per fare cadere il governo, quando il governo è caduto è scappato dalle elezioni per paura di vincerle, ha abbandonato in altre mani la malridotta nave Italia.
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Per Der Spiegel siamo una razza di codardi. Sicuramente non siamo tutti eroi e anche i tedeschi magari qualche vigliacchetto che faceva o lasciava morire donne e bambini inermi l'hanno avuto anche loro.
Vigliacchi non sono mancati nella nostra storia più o meno recente, da quel che si dice di Maramaldo alla fuga di Vittorio Emanuele III e fra i contemporanei non mi pare che siano solo comandanti di nave ad abbondanare il loro posto. I nostri politici, per esempio, appena visto che il loro lavoro non comporta solo lauta remunerazione ma anche qualche impegno hanno lasciato il campo libero ai tecnici, quel tale che un giorno sì e l'altro pure chiedeva, pretendeva, brigavava in Italia e all'estero per fare cadere il governo, quando il governo è caduto è scappato dalle elezioni per paura di vincerle, ha abbandonato in altre mani la malridotta nave Italia.
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giovedì 26 gennaio 2012
Cittadinanza
Il buon Re Giorgio s'adopera affinché in Italia chi è nato in Italia da cittadini stranieri possa avere la cittadinanza italiana: chissà se dovrò adoperarmi affinché in Italia io che sono nato in Italia da cittadini italiani figli di cittadini italiani (prima non c'era l'Italia) possa non avere la cittadinanza italiana .....
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Per ora
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Hanno aumentato l'IVA, i consumatori si lamentano.
Hanno aumentato le accise sui carburanti, gli automobilisti si lamentano.
Hanno tassato le prime case, i proprietari di casa si lamentano.
Hanno bloccato gli adeguamenti delle pensioni, i pensionati si lamentano.
Hanno aumentato le tasse sanitarie (ticket, in italiano), i malati si lamentano.
Se tutti si lamentano vuol dire che è giusto, dice serafico il professore.
E io che sono consumatore, automobilista, propritario di casa, pensionato, malato (e non senatore a vita) devo lamentarmi almeno cinque volte, per ora.
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Hanno aumentato l'IVA, i consumatori si lamentano.
Hanno aumentato le accise sui carburanti, gli automobilisti si lamentano.
Hanno tassato le prime case, i proprietari di casa si lamentano.
Hanno bloccato gli adeguamenti delle pensioni, i pensionati si lamentano.
Hanno aumentato le tasse sanitarie (ticket, in italiano), i malati si lamentano.
Se tutti si lamentano vuol dire che è giusto, dice serafico il professore.
E io che sono consumatore, automobilista, propritario di casa, pensionato, malato (e non senatore a vita) devo lamentarmi almeno cinque volte, per ora.
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lunedì 23 gennaio 2012
Vedremo
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Liberalizzazioni.
Il negozio A in paese vende 1000 a 10 ricavando 10000.
Se apre il negozio B potrebbe succedere quanto segue.
1. Vendite e prezzi non cambiano. Tutto quello che ricava B lo perde A e basta: es. A ricava 6000, B ricava 4000, i compaesani spendono sempre 10000.
2. B fa concorrenza a A e vende a 9, A si adegua: es.
2.1. le vendite restano 1000, A ricava 4500, B ricava 4500, i compaesani spendono 9000;
2.2. al minor prezzo le vendite passano a 1100, A ricava 4950, B ricava 4950, i compaesani spendono 9900 ma hanno più merce o sono in più ad averla.
3. B vuole guadagnare quanto A: es.
3.1. le vendite non diminuiscono, il prezzo sale a 20, A ricava 10000, B ricava 10000, i compaesani spendono 20000.
3.2. al maggior prezzo le vendite passano a 500, A ricava 5000, B ricava 5000, i compaesani spendono 10000 ma hanno meno merce o sono in meno ad averla. Se poi a chi compra non importa spendere o non può farne a meno e non può rivolgersi altrove, può anche succedere che le vendite restino 500, il prezzo salga a 40, A ricavi 10000 e B ricavi 10000. In paese avrà la merce solo chi può o deve averla.
Imposte
A vende 1000 a 10, ricava 10000: non paga imposte e guadagna netti 5000
Finalmente gli fanno pagare 1000 d'imposta e il suo guadagno netto scende a 4000.
Per tornare al guadagno cui era abituato porta il prezzo a 11, ricava 11000, guadagna 6000, 1000 d'imposta, netto 5000. Forse venderà meno o forse no, forse i compaesani pagheranno meno imposte o forse no.
Quello che davvero succederà lo vedremo
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Liberalizzazioni.
Il negozio A in paese vende 1000 a 10 ricavando 10000.
Se apre il negozio B potrebbe succedere quanto segue.
1. Vendite e prezzi non cambiano. Tutto quello che ricava B lo perde A e basta: es. A ricava 6000, B ricava 4000, i compaesani spendono sempre 10000.
2. B fa concorrenza a A e vende a 9, A si adegua: es.
2.1. le vendite restano 1000, A ricava 4500, B ricava 4500, i compaesani spendono 9000;
2.2. al minor prezzo le vendite passano a 1100, A ricava 4950, B ricava 4950, i compaesani spendono 9900 ma hanno più merce o sono in più ad averla.
3. B vuole guadagnare quanto A: es.
3.1. le vendite non diminuiscono, il prezzo sale a 20, A ricava 10000, B ricava 10000, i compaesani spendono 20000.
3.2. al maggior prezzo le vendite passano a 500, A ricava 5000, B ricava 5000, i compaesani spendono 10000 ma hanno meno merce o sono in meno ad averla. Se poi a chi compra non importa spendere o non può farne a meno e non può rivolgersi altrove, può anche succedere che le vendite restino 500, il prezzo salga a 40, A ricavi 10000 e B ricavi 10000. In paese avrà la merce solo chi può o deve averla.
Imposte
A vende 1000 a 10, ricava 10000: non paga imposte e guadagna netti 5000
Finalmente gli fanno pagare 1000 d'imposta e il suo guadagno netto scende a 4000.
Per tornare al guadagno cui era abituato porta il prezzo a 11, ricava 11000, guadagna 6000, 1000 d'imposta, netto 5000. Forse venderà meno o forse no, forse i compaesani pagheranno meno imposte o forse no.
Quello che davvero succederà lo vedremo
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sabato 21 gennaio 2012
Per salvare l'Italia
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Fino a non molto tempo fa sentivo dire che l'Italia veniva salvata dai lavoratori stranieri, necessari alle aziende italiane per la scarsità di lavoratori locali. E arrivò qualche milione di persone.
Poi sentivo dire che necessitava personale straniero per fare i lavori che gli italiani (e gli stranieri già arrivati) non volevano più fare. E ne arrivarono altri milioni.
Ora sento dire che in Italia ci sono milioni di disoccupati e si devono creare nuovi posti di lavoro: se non saranno lavori che gli italiani vogliono ancora fare serviranno lavoratori stranieri per consentire a quegli italiani di potere vivere - senza studiare e senza lavorare - in attesa di lavori graditi. E magari per ogni straniero con lavoro regolare ne arriverà qualche altro per lavori irregolari o illegali e qualche familiare bisognoso dello Stato sociale (welfare) italiano.
Se non ci salvano gli stranieri poveri del Sud del mondo confidiamo nell'aiuto degli stranieri ricchi del Nord d'Europa.
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Fino a non molto tempo fa sentivo dire che l'Italia veniva salvata dai lavoratori stranieri, necessari alle aziende italiane per la scarsità di lavoratori locali. E arrivò qualche milione di persone.
Poi sentivo dire che necessitava personale straniero per fare i lavori che gli italiani (e gli stranieri già arrivati) non volevano più fare. E ne arrivarono altri milioni.
Ora sento dire che in Italia ci sono milioni di disoccupati e si devono creare nuovi posti di lavoro: se non saranno lavori che gli italiani vogliono ancora fare serviranno lavoratori stranieri per consentire a quegli italiani di potere vivere - senza studiare e senza lavorare - in attesa di lavori graditi. E magari per ogni straniero con lavoro regolare ne arriverà qualche altro per lavori irregolari o illegali e qualche familiare bisognoso dello Stato sociale (welfare) italiano.
Se non ci salvano gli stranieri poveri del Sud del mondo confidiamo nell'aiuto degli stranieri ricchi del Nord d'Europa.
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giovedì 19 gennaio 2012
Domanda
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È molto semplice la domanda. Tutti si lamentano dell'attuale legge elettorale, tutti dicono di volere dare agli elettori la possibilità di scegliere gli eletti, tutti dicono di volere cambiare la legge. Ammesso che quella vigente sia una porcata, che gli elettori prima sceglievano gli eletti ed ora non più e sorvolando sul fatto che la scelta se c'era non andava oltre (con governi liberamente scelti dagli eletti e non dagli elettori), la domanda è: una legge elettorale deve servire a ben governare il Paese o a far vincere le elezioni al partito di appartenenza?
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È molto semplice la domanda. Tutti si lamentano dell'attuale legge elettorale, tutti dicono di volere dare agli elettori la possibilità di scegliere gli eletti, tutti dicono di volere cambiare la legge. Ammesso che quella vigente sia una porcata, che gli elettori prima sceglievano gli eletti ed ora non più e sorvolando sul fatto che la scelta se c'era non andava oltre (con governi liberamente scelti dagli eletti e non dagli elettori), la domanda è: una legge elettorale deve servire a ben governare il Paese o a far vincere le elezioni al partito di appartenenza?
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venerdì 13 gennaio 2012
Gli italiani
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"Gli italiani pensano così, gli italiani vogliono colà, gli italiani dicono questo, gli italiani fanno quello ..."
oppure
"Noi donne siamo così, noi donne facciamo colà, noi donne ....."
Di sicuro non sono donna, ma credo di essere italiano e non mi va che parlino a nome mio dicendo quello che io non direi mai: perché chi va in TV non parla solo a nome proprio o di chi gli ha dato delega? Perché non si limita a dire "penso che gli italiani ..." (magari usando il congiuntivo) o "credo che quelli che conosco, quelli con cui parlo, quelli del mio partito, quelli che mi votano, molti, la maggioranza, gran parte degli italiani ...."?
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"Gli italiani pensano così, gli italiani vogliono colà, gli italiani dicono questo, gli italiani fanno quello ..."
oppure
"Noi donne siamo così, noi donne facciamo colà, noi donne ....."
Di sicuro non sono donna, ma credo di essere italiano e non mi va che parlino a nome mio dicendo quello che io non direi mai: perché chi va in TV non parla solo a nome proprio o di chi gli ha dato delega? Perché non si limita a dire "penso che gli italiani ..." (magari usando il congiuntivo) o "credo che quelli che conosco, quelli con cui parlo, quelli del mio partito, quelli che mi votano, molti, la maggioranza, gran parte degli italiani ...."?
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mercoledì 11 gennaio 2012
A proposito di privilegi
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A proposito di privilegi, liberalizzazioni, difese corporative, leggi uguali per tutti, parità di diritti, etc. .....
Legge 300/1970
ART. 35. (CAMPO DI APPLICAZIONE)
Per le imprese industriali e commerciali, le disposizioni dell'articolo 18 e del titolo III, ad eccezione del primo comma dell'articolo 27, della presente legge si applicano a ciascuna sede, stabilimento, filiale, ufficio o reparto autonomo che occupa più di quindici dipendenti(1). Le stesse disposizioni si applicano alle imprese agricole che occupano più di cinque dipendenti. Le norme suddette si applicano, altresì, alle imprese industriali e commerciali che nell'ambito dello stesso comune occupano più di quindici dipendenti ed alle imprese agricole che nel medesimo ambito territoriale occupano più di cinque dipendenti anche se ciascuna unità produttiva, singolarmente considerata, non raggiunge tali limiti.
Ferme restando le norme di cui agli articoli 1, 8, 9, 14,15, 16 e 17, i contratti collettivi di lavoro provvedono ad applicare i principi di cui alla presente legge alle imprese di navigazione per il personale navigante.
Tutti gli altri (tra cui i dipendenti di sindacati di lavoratori o padronali) ne sono eslusi.
(1)Sembra che vada letto:
"Le disposizioni dell'articolo 18 e del titolo III, ad eccezione del primo comma dell'articolo 27, della presente legge si applicano alle imprese industriali e commerciali per ciascuna sede, stabilimento, filiale, ufficio o reparto autonomo che occupa più di quindici dipendenti."
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A proposito di privilegi, liberalizzazioni, difese corporative, leggi uguali per tutti, parità di diritti, etc. .....
Legge 300/1970
ART. 35. (CAMPO DI APPLICAZIONE)
Per le imprese industriali e commerciali, le disposizioni dell'articolo 18 e del titolo III, ad eccezione del primo comma dell'articolo 27, della presente legge si applicano a ciascuna sede, stabilimento, filiale, ufficio o reparto autonomo che occupa più di quindici dipendenti(1). Le stesse disposizioni si applicano alle imprese agricole che occupano più di cinque dipendenti. Le norme suddette si applicano, altresì, alle imprese industriali e commerciali che nell'ambito dello stesso comune occupano più di quindici dipendenti ed alle imprese agricole che nel medesimo ambito territoriale occupano più di cinque dipendenti anche se ciascuna unità produttiva, singolarmente considerata, non raggiunge tali limiti.
Ferme restando le norme di cui agli articoli 1, 8, 9, 14,15, 16 e 17, i contratti collettivi di lavoro provvedono ad applicare i principi di cui alla presente legge alle imprese di navigazione per il personale navigante.
Tutti gli altri (tra cui i dipendenti di sindacati di lavoratori o padronali) ne sono eslusi.
(1)Sembra che vada letto:
"Le disposizioni dell'articolo 18 e del titolo III, ad eccezione del primo comma dell'articolo 27, della presente legge si applicano alle imprese industriali e commerciali per ciascuna sede, stabilimento, filiale, ufficio o reparto autonomo che occupa più di quindici dipendenti."
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martedì 10 gennaio 2012
Nomi e Cognomi
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Tutti quelli che con conosco hanno un nome e un cognome. A quanto ne so anche le Leggi italiane hanno nome e cognome, anzi meglio: hanno un numero e un anno. Ci sono tante leggi con lo stesso numero, ci sono tante leggi con lo stesso anno, ma una sola ha quel numero e quell'anno.
Politici, giornalisti, sindacalisti hanno però l'abitudine di usare solo il numero. È come se io parlassi di Giuseppe e tutti devono capire che parlo di Giuseppe Saragat o di Giulio e tutti devono capire che parlo di Giulio Andreotti e non di Giulio Tremonti. Certo dal contesto si può capire di quale Legge 30 o Legge 300 e perfino di quale art.18 si sta parlando, come fra amici si sa di solito chi è Francesco o Gino: ma per capire bisogna essere fra amici o addentro all'argomento e non sempre tutti lo sono.
Se le leggi fossero chiamate per numero/anno e gli articoli per Articolo/Legge (es.: art. 18, Legge 300/1970) sarebbero inequivocabili e anche chi ne sente parlare per la prima volta ha la possibilità di informarsi: perdendo qualche secondo si farebbe risparmiare molto più tempo a chi ascolta e vuole capire di cosa si tratta.
Io credo che politici, giornalisti, sindacalisti potrebbero recuperare quei pochi secondi persi evitando chiacchere inutili e ripetute mentre il tempo risparmiato può essere molto se molti sono i risparmiatori.
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Tutti quelli che con conosco hanno un nome e un cognome. A quanto ne so anche le Leggi italiane hanno nome e cognome, anzi meglio: hanno un numero e un anno. Ci sono tante leggi con lo stesso numero, ci sono tante leggi con lo stesso anno, ma una sola ha quel numero e quell'anno.
Politici, giornalisti, sindacalisti hanno però l'abitudine di usare solo il numero. È come se io parlassi di Giuseppe e tutti devono capire che parlo di Giuseppe Saragat o di Giulio e tutti devono capire che parlo di Giulio Andreotti e non di Giulio Tremonti. Certo dal contesto si può capire di quale Legge 30 o Legge 300 e perfino di quale art.18 si sta parlando, come fra amici si sa di solito chi è Francesco o Gino: ma per capire bisogna essere fra amici o addentro all'argomento e non sempre tutti lo sono.
Se le leggi fossero chiamate per numero/anno e gli articoli per Articolo/Legge (es.: art. 18, Legge 300/1970) sarebbero inequivocabili e anche chi ne sente parlare per la prima volta ha la possibilità di informarsi: perdendo qualche secondo si farebbe risparmiare molto più tempo a chi ascolta e vuole capire di cosa si tratta.
Io credo che politici, giornalisti, sindacalisti potrebbero recuperare quei pochi secondi persi evitando chiacchere inutili e ripetute mentre il tempo risparmiato può essere molto se molti sono i risparmiatori.
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lunedì 9 gennaio 2012
Numeri
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10 amici al bar, ognuno ha in tasca 10 euro, in tutti hanno di 100 euro.
Il conto da pagare è di 40 euro, 40% di tutti.
Se pagano tutti 10 sono 4 euro a testa, 40% di quello che ciscuno ha.
Se pagano solo in 5, ognuno di quei cinque pagherà 8 euro, 80% di quello che ha.
Leggo:
"«La pressione fiscale salirà al 45% del PIL»
"Classifica evasori europei.L’Italia è al primo posto (54,5% del reddito non dichiarato)"
Faccio lo stesso calcolo degli amici al bar.
Se 50% non paga, chi paga paga il doppio del dovuto (100/50):
se il conto è 45 pagherà 90, se paga 45 il conto è 22,5.
O sbaglio il calcolo o sbaglio i numeri.
Cercando trovo:
"Evasione fiscale: in Italia pari al 18% del Pil"
Rifacendo i calcoli ho:
se 18% non paga, il rimanente 82% paga 1,219 volte il dovuto (100/82):
invece di 100 x 45% sarà 82 x 55%, che è una bella sberla, più forte per chi è sopra e un po' meno per chi è sotto questa media.
O sono l'unico a essere tratto in inganno dai numeri che danno o forse danno quei numeri per trarre in inganno.
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10 amici al bar, ognuno ha in tasca 10 euro, in tutti hanno di 100 euro.
Il conto da pagare è di 40 euro, 40% di tutti.
Se pagano tutti 10 sono 4 euro a testa, 40% di quello che ciscuno ha.
Se pagano solo in 5, ognuno di quei cinque pagherà 8 euro, 80% di quello che ha.
Leggo:
"«La pressione fiscale salirà al 45% del PIL»
"Classifica evasori europei.L’Italia è al primo posto (54,5% del reddito non dichiarato)"
Faccio lo stesso calcolo degli amici al bar.
Se 50% non paga, chi paga paga il doppio del dovuto (100/50):
se il conto è 45 pagherà 90, se paga 45 il conto è 22,5.
O sbaglio il calcolo o sbaglio i numeri.
Cercando trovo:
"Evasione fiscale: in Italia pari al 18% del Pil"
Rifacendo i calcoli ho:
se 18% non paga, il rimanente 82% paga 1,219 volte il dovuto (100/82):
invece di 100 x 45% sarà 82 x 55%, che è una bella sberla, più forte per chi è sopra e un po' meno per chi è sotto questa media.
O sono l'unico a essere tratto in inganno dai numeri che danno o forse danno quei numeri per trarre in inganno.
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mercoledì 4 gennaio 2012
Piero e Paolo
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Piero e Paolo erano fratelli. Vivevano insieme, entrambi lavoravano, entrambi guadagnavano. Ma mentre Piero era sobrio e senza vizi Paolo di vizi ne aveva più d'uno, mentre col tempo Piero aveva accumulato un buon conto in banca che cresceva Paolo aveva accumulato un grosso debito che cresceva. Un brutto giorno i creditori fecero presente a Paolo che se voleva avere rinnovato il credito doveva pagare interessi più alti o dare maggiori garanzie. Non potendo permettersi né l'una cosa né l'altra Paolo si rivolse allo zio Mario. Lo zio Mario, informatosi della situazione, sentenziò:"In questa casa si è vissuto per troppo tempo al di sopra delle possibilità, ora servono sarcrifici: chi più ha, più deve dare". E forte della sua autorità impose a Piero di pagare parte del debito del fratello e di garantire per lui.
Così fu fatto: Piero divenne più virtuoso e Paolo restò vizioso.
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Piero e Paolo erano fratelli. Vivevano insieme, entrambi lavoravano, entrambi guadagnavano. Ma mentre Piero era sobrio e senza vizi Paolo di vizi ne aveva più d'uno, mentre col tempo Piero aveva accumulato un buon conto in banca che cresceva Paolo aveva accumulato un grosso debito che cresceva. Un brutto giorno i creditori fecero presente a Paolo che se voleva avere rinnovato il credito doveva pagare interessi più alti o dare maggiori garanzie. Non potendo permettersi né l'una cosa né l'altra Paolo si rivolse allo zio Mario. Lo zio Mario, informatosi della situazione, sentenziò:"In questa casa si è vissuto per troppo tempo al di sopra delle possibilità, ora servono sarcrifici: chi più ha, più deve dare". E forte della sua autorità impose a Piero di pagare parte del debito del fratello e di garantire per lui.
Così fu fatto: Piero divenne più virtuoso e Paolo restò vizioso.
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