lunedì 19 aprile 2010

Una famiglia solidale


Norberto e Salvatore erano una famiglia solidale. Norberto si dava da fare, se perdeva un lavoro ne cercava un altro e di solito lo trovava, perché era uno che lavorava bene e lavorava molto. Salvatore non aveva un lavoro e non lo cercava: poteva contare su Norberto che non gli faceva mancare niente. Aveva molto tempo libero, Salvatore; tempo per andare al bar o in spiaggia, per bere, mangiare, corteggiare, acquistare questo e quello: questo gli piaceva fare e questo faceva. Così Salvatore diveniva sempre più grande e grosso e il suo appetito pure e gran parte del guadagno di Norberto serviva per soddisafare le sue cresenti "necessità". Norberto doveva lavorare di più e mangiare di meno e alla fine si ammalò e non potè più né lavorare né guadagnare.
Norberto e Salvatore erano una famiglia solidale, forse troppo.



venerdì 16 aprile 2010

Opinioni


Si dovrebbe avere rispetto per le opinioni altrui e sopratutto per le proprie. Può succedere che si cambi idea, anzi a volte è un bene che una cosa un tempo ritenuta deprecabile diventi accettabile e viceversa, ma non può essere che questo dipenda solo da chi la fa: se io o tu, se noi o loro.

Per rispetto dalle proprie opinioni chi proclama che tutti devono pagare le "tasse" dovrebbe essere il primo a farlo, chi chiede rispetto della Costituzione dovrebbe rispettarla in tutto e non solo nelle parti che gli convengono, quando chiede l'osservanza delle regole deve valere per sè e per tutti.

E invece succede che chi chiede il rispetto della Costituzione non voglia limiti alla violabilità della segretezza delle comunicazioni telefoniche (art.15), ignori gli art. 29, 30 e 31 a tutela della famiglia e dei figli o pretenda che nel 1947 i costituenti potessero riferirsi a famiglie gay o, chissà, a famiglie mafiose.

Chi si richiama all'art. 3 e alla parità di tutti i cittadini non dovrebbe accettare che una persona possa giudicare e condannare un'altra a meno di non riconoscere la disparità di ruolo, ammettere che giudice, imputato, presidente del consiglio, fattorino non sono la stessa cosa.

Chi per anni ha sostenuto che più disoccupati arrivavano meglio era per l'economia non dovrebbe ora lamentarsi del loro numero.


Succede che chi chiede il rispetto delle regole senza eccezioni s'indigni se un Comune voglia farle rispettare e rifiuti mensa o scuolabus a chi si rifiuta di pagare il dovuto.
Se proprio vuole, per non manifestare la propria incoerenza farebbe meglio a saldare il debito senza tanta pubblicità, senza prendersela con i sindaci o con quei cittadini che, già pagando retta per i propri figli, tasse comunali e imposte per il suo lauto stipendio, non sono disposti a farsi carico anche dell'inadempienze altrui.
Si dice che queste cose creano disparità umilianti per i bambini. Se il Comune non può fornire a tutti il pasto gratis, mangiare il cibo di mamma può essere considerato un privilegio, ma dipende anche dalla mamma.
Io non sono convinto che se tutti mangiano alla mensa non vi siano altre, più gravi disparità: fra chi paga e chi non paga, fra chi arriva in Mercedes e chi in Panda o a piedi, fra chi ha la mamma alla moda e chi in chador, fra chi è ricco e chi vuol sembrarlo. Non so se i genitori morosi vogliono fare i furbi, se considerano il telefonino più importante della mensa, se pensano che spetti ad altri il mantenimento dei figli o se sono bravi genitori in difficoltà, ma per evitare umiliazioni a quei bambini sarebbe preferibile non sventolare in pubblico, per fini politici, la loro vicenda.